venerdì 23 novembre 2012

I bebé sbadigliano nel pancione.

 

Non solo singhiozzo e calcetti: il feto, nel pancione della mamma sbadiglia, e lo fa anche spesso. A testimoniarlo sono i risultati di una ricerca pubblicata su `Plos One´ da studiosi della Durham University, che potrebbero fornire la chiave per una maggiore comprensione della salute del nascituro. Le scansioni in 4D di 15 feti sani (che permettono di osservare a livello tridimensionale il bambino ma, a differenza dell’ecografia 3D, offrono anche immagini in movimento), condotte dagli studiosi di Durham insieme a colleghi dell’Università di Lancaster (Gb), suggeriscono che sbadigliare è parte del processo dello sviluppo del bambino, e potrebbe fornire ai medici un altro indice della salute del feto. Non solo singhiozzo e calcetti nel grembo materno. Non si sa perché lo fanno, ma è ormai certo.

 
 
Alcuni ricercatori avevano già suggerito che i feti sbadigliassero, ma secondo altri esperti si trattava di un semplice movimento di apertura della bocca. Ora la nuova ricerca ha chiaramente permesso di distinguere lo sbadiglio, e questo in base alla sua durata. I ricercatori hanno utilizzato filmati in 4D per esaminare da vicino cosa accade quando un bebé apre la bocca nel pancione. Utilizzando criteri di nuova concezione, il team ha scoperto così che oltre la metà dei movimenti di apertura della bocca osservati nello studio sono in realtà sbadigli. Il lavoro è stato condotto su otto femmine e sette maschi di 24-36 settimane di gestazione. I ricercatori hanno anche scoperto che gli sbadigli si riducono a partire dalle 28 settimane, senza differenze fra maschi e femmine in termini di frequenza.

Anche se la funzione e l’importanza dello sbadiglio sono ancora sconosciute, i risultati dello studio suggeriscono che sbadigliare potrebbe essere collegato allo sviluppo del feto, e dunque questa azione potrebbe fornire un’ulteriore indicazione medica sullo stato di salute del bambino non ancora nato. «I risultati di questo studio - dice Nadja Reissland del Dipartimento di Psicologia della Durham University - dimostrano che lo sbadiglio si può osservare in feti sani. Inoltre la frequenza degli sbadigli diminuisce con l’aumentare dell’età» del nascituro. «A differenza di noi, i feti non sbadigliano perché `contagiati´» da qualcun altro, «o perché hanno sonno. La frequenza degli sbadigli nel grembo materno può essere legata alla maturazione del cervello nelle fasi iniziali della gestazione. Dato che la frequenza di `yaown´ nel nostro campione di feti sani è sceso dalle 28 alle 36 settimane di gestazione, questo sembra suggerire una funzione di maturazione» legata proprio allo sbadiglio. Secondo la ricercatrice, insomma, sbadigliare nel pancione potrebbe essere collegato alla maturazione del sistema nervoso centrale del piccolo, ma si tratta di una teoria che, conclude l’esperta, dovrebbe essere esaminata con ulteriori ricerche, che includano mamme e bebé. 



Fonte:La Stampa 

martedì 20 novembre 2012

Ragazza 31enne morta di setticemia dopo che i medici si sono rifiutati di accogliere la sua richiesta relativa all'interruzione di gravidanza.

Savita Halappanavar, 31enne morta a causa della legge sull’aborto in Irlanda.


 
Il caso di Savita, una 31enne irlandese di origini indiane, é destinato a riaccendere il dibattito sulle leggi in materia d'aborto in Irlanda.Il tema, per l’Eire, è scottante. L’Independent ha ricordato che già 20 anni fa ha scatenato numerose polemiche la storia di una 14 enne, rimasta incinta dopo uno stupro, alla quale è stato dato il permesso di recarsi negli Uk per abortire.
 
Savita, incinta di 17 settimane, era ricoverata all’ospedale di Galway dal 21 ottobre perché era in preda di forti dolori connessi alla gravidanza.La donna stava perdendo spontaneamente il bambino, quindi si era reso necessario l’intervento dei medici al fine di evitare il sorgere di qualche infezione. Numerose sono state quindi le sollecitazioni da parte della donna e del marito, Praveen Halappanavar, ai medici affinché operassero, ma non c’è stato nulla da fare. Il cuore del bambino batteva ancora per cui i medici si sono rifiutati di praticare l’aborto, anche se era stato ampiamente chiarito in maniera scientifica che il piccolo in ogni caso non avrebbe potuto sopravvivere. In base a quanto è stato riportato dall’Irish Time, avrebbero detto che la pratica era da escludere perché l’Irlanda “è un paese cattolico“- nonostante la donna fosse comunque di un’altra religione- lasciandola sola a sopportare la sua lunghissima agonia.Nel momento in cui il cuore del bambino ha smesso di battere, Savita é stata operata, ma era ormai troppo tardi. E' morta dopo un calvario durato diversi giorni a causa di una forte infezione di setticemia. Il marito è rimasto fortemente sconcertato perché è convinto che se i medici fossero intervenuti prima, la moglie si sarebbe potuta salvare.

Il Primo Ministro Irlandese Enda Kenny non si è troppo esposto con commenti e dichiarazioni a riguardo dello Stato ultra Cattolico ma ha solamente spiegato che il Ministro della Sanità ha avviato una inchiesta sul caso di Savira per cercare di capire cosa sia successo e quali siano state le cause e i colpevoli in questa faccenda.Tre le investigazioni che sono portate avanti, la prima da parte del medico patologo per documentare la causa ufficiale del decesso. La seconda da parte dell’Unità di Crisi dell’Ospedale e la terza dal Servizio Sanitario di Stato HSE per capire se vi siano state applicate le corrette procedure e questa cosa poteva essere trattata in maniera diversa, magari applicando una eccezione in questo frangente.
È chiaro che il governo irlandese dovrà offrire alcune risposte sia all’opinione pubblica che alla comunità internazionale:intanto, a Dublino, 20mila persone hanno marciato assieme al padre di Savita sino al parlamento, per chiedere una revisione della legge sull'aborto.
 
 
 

lunedì 19 novembre 2012

Dolcificanti in gravidanza


Esistono due categorie di dolcificanti, naturali e sintetici, i quali si differenziano per l’origine e le caratteristiche.
dolcificanti naturali conservano inalterato il sapiente equilibrio di nutrienti bioregolatori previsto dalla natura: oligoelementi, vitamine, enzimi e minerali.
I dolcificanti sintetici vengono oggi molto usati per produrre i famosi cibi e bevande light venduti nell’Unione Europea; sono stati approvati da una apposita commissione solo dopo approfonditi test tossicologici. Per ognuno di essi è stata stabilita la quantità massima giornaliera consentita che garantisce un rilevante margine di sicurezza.

L'uso dei dolcificanti sintetici é tuttavia sconsigliato in gravidanza; sarebbe meglio utilizzare zuccheri semplici come fruttosio, lattosio e glucosio. Questi zuccheri sono più adatti a far fronte ai picchi di stanchezza in gravidanza, in quanto forniscono energia di immediato utilizzo.Al contrario, l’uso di dolcificanti sintetici ( es. aspartame ) in gravidanza, ha evidenziato una correlazione con l’aumento delle malformazioni al feto, in particolare del sistema nervoso.Sembra che le controindicazioni nell’uso di questi dolcificanti in gravidanza siano dovute proprio ai prodotti di degradazione dell’aspartame, in particolare l’acido aspartico, il metanolo e la fenilanina.
Di seguito un piccolo elenco dei dolcificanti naturali e sintetici.

Dolcificanti naturali:
  • melassa
  • succo d'Agave
  • sciroppo d'acero
  • malto d'orzo
  • miele
  • zucchero di canna "integrale"
  • fruttosio
  • lattosio

Dolcificanti sintetici:
  • Acesulfame potassico
  • Aspartame
  • Ciclammato
  • Saccarina
  • Sucralosio
  • Maltitolo
  • Stevioside
  • Sciroppo di glucosio idrogenato

Al di là di queste indicazioni generali, è sempre consigliato contattare il proprio ginecologo prima di assumere particolari dolcificanti in gravidanza.

mercoledì 31 ottobre 2012

Assunzione di farmaci in gravidanza

Uno dei problemi che più preoccupa le donne in gravidanza riguarda l'assunzione accidentale di farmaci dopo il concepimento o la necessità di terapie mediche nel corso della gravidanza.

In linea teorica sarebbe meglio non assumere farmaci durante la gravidanza.Purtroppo non sempre è possibile attenersi a questa regola, per vari motivi; è importantissimo dunque consultare sempre il proprio ginecologo per evitare di assumere farmaci che potrebbero avere conseguenze molto gravi sulla salute del piccolo e valutare assieme quali siano le soluzioni piu’ indicate per un determinato problema.




Di seguito una tabella indicativa sui farmaci che hanno minore rischio sul feto e quelli da evitare in maniera assoluta.

I FASCIA

L'assunzione di questi farmaci negli studi eseguiti sull'uomo non ha evidenziato un aumento del rischio teratogeno per il feto.


- Acido Acetilsalicilico + Magnesio Idrossido

- Acido Acetilsalicilico

- Acido Nalidixico

- Aloperidolo

- Amoxicillina

- Ampicillina

- Atropina Solfato

- Bacampicillina (Cloridrato)

- Bromocriptina (Mesilato)

- Cefalexina

- Cefalotina (Sale Sodico)

- Ciproeptadina (Cloridrato)

- Clindamicina

- Cloxacillina (Sale Sodico)

- Clorpromazina (Cloridrato)

- Digossina

- Dixirazina

- Dicloxacillina (Sale Sodico)

- Eparina Calcica

- Etambutolo (Cloridrato)

- Eritromicina

- Fenossimetilpenicillina

- Fenoterolo

- Flufenazina

- Idrossiprogesterone Caproato

- Imipramina (Cloridrato)

- Insulina

- Isoniazide

- Levotiroxina

- Medrossiprogesterone (Acetato)

- Metildopa (Levogira)

- Miconazolo

- Nistatina

- Nitrofurantoina

- Perfenazina (Enantato)

- Periciazina

- Pirvinio Pamoato

- Prociclidina (Cloridrato)

- Prometazina (Cloridrato)

- Salbutamolo

- Spiramicina

- Spironolattone

- Teofillina

- Terbutalina (Solfato)

- Tioridazina

- Trimipramina

II FASCIA

Farmaci che sono stati ampiamente utilizzati in gravidanza e per i quali si può desumere l'assenza di effetti teratogeni sul feto ma per i quali non esistono studi definitivi a tal proposito.


- Acido Chenursodesossicolico (Sale Di Magnesio)

- Acido Tranexamico

- Acido Ursodesossicolico

- Alcinonide

- Allopurinolo

- Amiloride + Idroclorotiazide

- Aminofillina

- Amitriptilina (Cloridrato)

- Azanidazolo

- Aztreonam

- Betaistina

- Betametasone

- Butriptilina (Cloridrato)

- Calcitonina

- Cefacloro

- Cefadroxil

- Cefamandolo (Nafato Sodico)

- Cefatrizina

- Cefazolina (Sale Sodico)

- Cefotaxima (Sale Sodico)

- Cefradina

- Ceftezolo (Sale Sodico)

- Cimetidina

- Clenbuterolo (Cloridrato)

- Clomipramina (Cloridrato)

- Clonazepam

- Clonidina

- Cloramfenicolo

- Clorpropamide

- Clortalidone

- Desametasone

- Diazepam

- Diflucortolone (Valerato)

- Diidroergotamina (Mesilato)

- Diidrotachisterolo

- Diprofillina

- Disopiramide

- Ergotamina

- Eritritile Tetranitrato

- Etinilestradiolo

- Fenobarbital

- Fenquizone Sale Monopotassico

- Fentiazac

- Floroglucinolo

- Flumetasone (Pivalato)

- Fluocinolone

- Fluocortolone

- Fluorometolone

- Fosfomicina Trometanolo (Sale Di Trometanolo)

- Glibenclamide

- Gliciclamide

- Gliclazide

- Glipizide

- Gonadorelina

- Ibuprofene

- Idrocortisone (Acetato)

- Indometacina

- Ipratropio Bromuro

- Isosorbide Mononitrato

- Labetalolo (Cloridrato)

- Levomepromazina

- Lincomicina (Cloridrato)

- Loperamide (Cloridrato)

- Josamicina

- Ketoprofene

- Medrogestone

- Mepindololo (Solfato)

- Metadone (Cloridrato)

- Metergolina

- Metilprednisolone

- Metoclopramide (Cloridrato)

- Metronidazolo

- Mianserina (Cloridrato)

- Morfina

- Naloxone (Cloridrato)

- Naprossene

- Neostigmina Metilsolfato

- Niclosamide

- Nifedipina

- Nifuratel

- Nitroglicerina

- Nortriptilina (Cloridrato)

- Orfenadrina Cloridrato

- Paromomicina (Solfato)

- Pentaeritritile Tetranitrato

- Pentazocina

- Pindololo

- Piperacillina (Sale Sodico)

- Pirantel

- Prednisolone

- Prednisone

- Procainamide (Cloridrato)

- Progesterone

- Protamina

- Sotalolo (Cloridrato)

- Spectinomicina (Dicloridrato Pentaidrato)

- Sulindac

- Sulpiride

- Tenitramina

- Tetracosactide (Esacetato)

- Timololo (Maleato)

- Triamcinolone

- Triamterene

- Vancomicina (Cloridrato)

- Verapamil (Cloridrato)

III FASCIA

Assenza di dati sull'utilizzo di questi farmaci a causa del loro uso limitato in gravidanza. La loro somministrazione nell'animale non ha evidenziato danni fetali.

- Acebutololo (Cloridrato)

- Aciclovir

- Acido Niflumico

- Acido Piromidico

- Acido Tiaprofenico

- Amicacina (Solfato)

- Amineptina (Cloridrato)

- Amiodarone (Cloridrato)

- Atenololo

- Baclofene

- Bamifillina (Cloridrato)

- Barbexaclone

- Bekanamicina (Solfato)

- Biperidene

- Bumetanide

- Buprenorfina (Cloridrato)

- Captopril

- Carbamazepina

- Cefoperazone (Sale Sodico)

- Ceftazidima (Pentaidrato)

- Ceftizoxima (Sale Sodico)

- Ceftriaxone (Sale Disodico)

- Chinidina

- Ciclofenile

- Ciclosporina

- Cimetropio Bromuro

- Cinoxacina

- Ciproterone (Acetato)

- Clomifene (Citrato)

- Clotiapina

- Colestiramina (Cloridrato)

- Diazossido

- Diclofenac

- Enalapril

- Estradiolo

- Estriolo

- Estrogeni Coniugati

- Etosuccimide

- Etozolina

- Fenitoina (Sale Sodico)

- Furosemide

- Gemfibrozil

- Gentamicina (Solfato)

- Idrossiclorochina (Solfato)

- Indapamide

- Indenololo (Cloridrato)

- Lisuride (Maleato Acido)

- Mebendazolo

- Mexiletina (Cloridrato)

- Mezlocillina (Sale Sodico Monoidrato)

- Midecamicina

- Midodrina (Cloridrato)

- Metoprololo

- Miocamicina

- Nadololo

- Netilmicina (Solfato)

- Nicardipina (Cloridrato)

- Nimesulide

- Norfloxacina

- Ornidazolo

- Oxatomide

- Paroxetina

- Pimozide

- Piperazina

- Piretanide

- Piroxicam

- Pizotifene (Malato Acido)

- Prajmalio Bitartrato

- Pralidossina Metilsolfato

- Primidone

- Procaterolo (Cloridrato Emidrato)

- Proglumetacina (Dimaleato)

- Propafenone (Cloridrato)

- Ranitidina

- Reproterolo (Cloridrato)

- Tiapride (Cloridrato)

- Ticlopidina (Cloridrato)

- Tinidazolo

- Tobramicina (Solfato)

- Trazodone (Cloridrato)

- Terfenadina

IV FASCIA


L'assunzione di questi farmaci ha fornito, nella sperimentazione sull'animale, risultati interlocutori o dannosi per il feto, incerto il loro effetto nell'uomo.


- Acetazolamide

- Auranofin

- Azatioprina

- Acido Pipemidico

- Colchicina

- Clorochina (Difosfato)

- Disulfiram

- Domperidone

- Diclofenamide

- Diltiazem (Cloridrato)

- Dantrolene (Sale Sodico)

- Deferoxamina (Mesilato)

- Flurbiprofene

- Glucagone (Cloridrato)

- Ketoconazolo

- Levodopa

- Rifampicina

- Pipamperone (Dicloridrato)

V FASCIA


Farmaci che hanno dimostrato, nell'uomo, effetti nocivi sul feto se assunti in gravidanza.


- Busulfano

- Ciclofosfamide (Monoidrato)

- Clorambucil

- Clortetraciclina (Cloridrato)

- Danazolo

- Demeclociclina (Cloridrato)

- Isotretinoina

- Litio Carbonato

- Lomustina

- Melfalan

- Metotrexato

- Minociclina (Dicloridrato)

- Noretisterone

- Pipobromano

- Procarbazina (Cloridrato)

- Ramipril

- Streptomicina (Solfato)

- Testosterone (Propionato)

- Valpromide

- Warfarin (Sale Sodico)

***************************************************************

Per togliersi ogni dubbio se non si puo’ contattare il proprio medico, ci si puo’ affidare a dei servizi di consulenza telefonica messi a disposizione proprio per le donne in gravidanza:

-Ospedale Fatebenefratelli di Roma: 06/5800897

-Policlinico Gemelli di Roma: 06/3050077

-Policlinico Universitario di Napoli: 081/5463811

-Ospedale San Paolo di Milano: 02/8910207

-Centro di Tossicologia di Bergamo ( numero gratuito): 800883300



Le informazioni diffuse da questo articolo non intendono e non devono sostituirsi in alcun modo alle opinioni e alle indicazioni dei professionisti della salute che hanno in cura il lettore.

giovedì 25 ottobre 2012

Nuovo test per diagnosticare la preeclampsia

Identificati marcatori biologici in grado di segnalare con precisione la presenza di preeclampsia in gravidanza, una complicanza che può anche cagionare la morte.



La preeclampsia è una condizione che colpisce circa il 5% delle donne in gravidanza. Una percentuale che, all’apparenza, può sembrare bassa ma che di fatto non lo è. Se si conta infatti che ogni anno soltanto in Italia sono circa 550 mila i nuovi nati (media annuale degli ultimi dieci anni secondo i dati ISTAT), la percentuale assume un significato di rilievo perché sono circa 5 donne su 100, e su centinaia di migliaia… sono altrettante migliaia.
L’incidenza del tasso di mortalità materna da eclampsia, poi, si stima sia l’1,8% nel mondo.

Da qui dunque l’importanza di scovare per tempo la possibile presenza della malattia e il rischio di sviluppare l’eclampsia. Ed è quello che hanno inteso trovare i ricercatori del Cottage Health System e del UC Santa Barbara College of Engineering, i quali hanno identificato i marcatori biologici (o biomarkers) che possono essere utilizzati per la realizzazione di un test rivoluzionario in grado di diagnosticare la preeclampsia.
Questa condizione è considerata una complicanza della gestazione. Spesso confusa con altre tipiche condizioni che accompagnano la gravidanza – come, per esempio, il gonfiore, il dolore gastrico, un rialzo della pressione sanguigna – la preeclampsia, se si trasforma in eclampsia diviene potenzialmente mortale.
I principali autori dello studio sono il dottor Alex Soffici, il professor Patrick Daugherty e Serra Elliott rispettivamente dell’Ospedale Santa Barbara Cottage, vice-presidente del dipartimento di ingegneria chimica alla University of California e ricercatore alla UC.
I primi due autori, per la loro ricerca hanno prelevato dei campioni di sangue durante un periodo di due anni, sia da donne in gravidanza senza complicanze che da donne in gravidanza con diagnosi di preeclampsia. I campioni raccolti sono poi stati analizzati dal dottor Serra Elliott presso l’Università della California Santa Barbara al fine di identificare i potenziali biomarcatori per il test.
Le analisi condotte hanno permesso di individuare alcuni anticorpi presenti nel sangue delle pazienti con preeclampsia – anticorpi che invece non erano presenti nel sangue delle donne con regolare gravidanza. La differenza era evidente anche nel caso di sintomi simili, ma che non avevano a che fare con la preeclampsia. A motivo di ciò, i ricercatori ritengono che questo nuovo test diagnostico dia modo di distinguere quando ci si trovi effettivamente di fronte a un caso di preeclampsia o meno.
«Abbiamo sviluppato un processo di separazione per vagliare un enorme numero di molecole distinte presenti nel sangue per identificare quelle poche che sono unicamente presenti nelle pazienti con preeclampsia», spiega nel comunicato UC il dottor Daugherty – Dal momento che il nostro processo identifica contemporaneamente reagenti biochimici in grado di catturare i biomarker della malattia, vi è la possibilità di creare un test diagnostico efficace per questo disturbo prevalente ed eventualmente per altre malattie in cui i test definitivi non sono ancora disponibili».
La scoperta di questi marcatori biologici presenti soltanto nel sangue delle donne con preeclampsia diviene pertanto la base per questo nuovo test, su cui i ricercatori stanno lavorando. Un test che si potrà eseguire con facilità e che dovrebbe fornire risultati precisi. Un grande passo avanti nella prevenzione della preeclampsia e, come accennato dagli autori dello studio, anche nella possibile prevenzione di altre malattie.

Fonte:Liquidarea.com

martedì 23 ottobre 2012

ALLATTAMI.Nasce a Bologna la Banca del Latte Umano Donato



ALLATTAMI è La Banca del Latte Umano Donato di Bologna.
E' un'iniziativa senza scopro di lucro che ha l'obiettivo di fornire a neonati critici, soprattutto prematuri, la possibilità di usufruire del latte umano, qualora la loro madre non ne abbia a sufficienza.
La Banca del Latte Umano Donato è il luogo dove il latte umano viene raccolto, trattato e conservato in condizioni di sicurezza per essere utilizzato gratuitamente dall'ospedale per l'alimentazione dei bambini prematuri.
ALLATTAMI si è posta un obiettivo: raccogliere almeno i 600 litri di latte umano donato che servono ai neonati ricoverati nelle terapie intensive neonatali del Policlinico di Sant'Orsola e dell'Ospedale Maggiore. Per raggiungere tale obiettivo è stata avviata un'importante azione di sensibilizzazione verso le future e nuove mamme grazie alla collaborazione dell'Azienda Usl di Bologna, del Collegio delle Ostetriche, dei Pediatri di famiglia e de Il Cucciolo, associazione in Bologna dei genitori dei bambini nati pretermine. ALLATTAMI seleziona le mamme donatrici, ritira il loro latte direttamente a casa, lo pastorizza e conserva in condizioni di massima sicurezza e lo fornisce agli ospedali cittadini.

Perché
Perché di mamma ce n'è una sola. Ma alle volte ne servono di più.
I bambini prematuri lottano ogni giorno contro mille difficoltà: infezioni e gravi complicanze che possono compromettere le loro possibilità di farcela.
La scienza dimostra che il latte umano aumenta le possibilità di sopravvivenza dei neonati prematuri e ne favorisce l'accrescimento e lo sviluppo.
Il latte materno è insostituibile per il neonato perché fornisce tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno, nelle proporzioni esatte e nella forma più facilmente assimilabile e rafforza il suo sistema immunitario.
Per avere latte materno serve una mamma, ma spesso quelle dei bimbi prematuri di latte non ne hanno o ne hanno troppo poco. Quello che un'altra mamma produce in eccesso al suo bimbo non serve, può aiutare un bimbo prematuro.
Nella città di Bologna servono 600 litri di latte umano donato ogni anno.
 
Quali sono i vantaggi?
Ogni anno a Bologna nascono più di 100 bambini con un peso alla nascita inferiore al chillo e mezzo. Questi bambini sono particolarmente delicati..
Un bambino che nasce prematuramente ha tanti problemi davanti:
un periodo lungo di degenza in ospedale, durante il quale sperimenterà inevitabilmente una serie di problematiche, alcune delle quali sono dovute all'immaturità dell'apparato gastroenterico e alla sua incapacità di nutrirsi come un bambino normale.
Il latte materno è il miglior strumento per aiutare questo bambino nella digestione ma fornisce anche un supporto importante dal punto di vista immunitario.
Noi siamo convinti che utilizzare il latte della propria madre sia importante, e che aiuti molto il bambino nella sua storia successiva.
Non sempre però la mamma di un bambino che nasce prematuramente ha la possibilità di allattare il suo bambino.
Per questo motivo, non solo noi ma tutti nel mondo, cercano di sviluppare un'alternativa valida all'allattamento con il latte della propria madre, che è rappresentata dal latte donato da altre mamme.
La banca del latte umano donato, Allattami, vive su due componenti: una di tipo medico-sanitario rappresentata dal Sant'Orsola, che seleziona le donatrici; e l'altra rappresentata da Granarolo, che segue l'aspetto tecnico di sanificazione del latte, al fine di renderlo assolutamente sicuro per i neonati che lo riceveranno.
 
Per maggiori info consultare il sito www.allattami.org

Tiroide e gravidanza, ecco che cosa fare


Dagli Stati Uniti le indicazioni per lo screening e la cura delle malattie della tiroide quando la donna è in dolce attesa


Immagine tratta da Gravidanzaonline.it

Come funziona la tiroide? È una domanda che dovrebbe essere posta a tutte le donne che vogliono un figlio e a coloro che già aspettano un bambino, perché in gravidanza un «malfunzionamento» di questa importante ghiandola può influenzare la salute del nascituro: un deficit di ormoni tiroidei, ad esempio, può provocare danni allo sviluppo cerebrale e psicomotorio del bimbo mentre un eccesso può portare ad aborto, nascite premature e malformazioni congenite. Proprio per evitarlo e per gestire al meglio eventuali malattie della tiroide durante la gravidanza l'Endocrine Society statunitense ha aggiornato le sue linee guida in materia, dando indicazioni molto pratiche su che cosa fare e quando.

CONTROLLI – Nonostante la pericolosità delle patologie tiroidee, esordiscono gli autori, non c'è necessità di uno screening a tappeto prima della gravidanza nelle donne sane, senza sintomi specifici. Va detto purtroppo che i segni di iper e ipotiroidismo sono molto variegati e a volte difficili da ricondurre alla tiroide: vanno infatti dalla tachicardia alle gambe gonfie, dall'aumento dell'appetito a una maggiore intolleranza al caldo o al freddo, fino all'astenia e alle difficoltà di concentrazione. Così, in caso di dubbi per la presenza di sintomi sospetti, è sicuramente opportuno fare un controllo e misurare il grado di attività della ghiandola; sicuramente occorre farlo nelle donne che sono a rischio di malattie della tiroide perché ad esempio hanno più di trent'anni, una storia di aborti ripetuti o problemi di fertilità, soffrono di malattie autoimmuni o vivono in una zona dove è probabile un deficit di iodio. A tutte le donne, inoltre, per garantire una corretta funzionalità della tiroide gli esperti raccomandano di introdurre 150-200 microgrammi di iodio al giorno sotto forma di sale iodato o assieme ad altri eventuali complessi vitaminici, possibilmente iniziando già prima del concepimento; altrettanto importante assicurarsi un apporto di circa 250 microgrammi di iodio al giorno durante il periodo dell'allattamento, così che il piccolo riceva attraverso il latte un centinaio di microgrammi al giorno di questo elemento.
TERAPIE – In caso di ipertiroidismo, che secondo le stime si verifica in circa due gravidanze ogni mille, si devono usare farmaci anti-tiroidei: la sequenza “giusta”, stando agli statunitensi, prevede l'uso di propiltiouracile nei primi tre mesi e metimazolo dopo e anche le linee guida della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia in materia di tiroide e gravidanza confermano che si tratta dei medicinali di prima scelta. Nelle donne che prendono questi farmaci e in coloro che hanno livelli elevati di auto-anticorpi per la tiroide perché soffrono di tiroidite autoimmune, che secondo stime italiane riguarda fino a una neomamma su dieci, bisogna inoltre verificare che non ci siano disfunzioni tiroidee fetali facendo ecografie a 18 e 22 settimane e poi ogni 4-6 settimane durante la gestazione. «Un eccesso di anticorpi materni per la tiroide è associato ad alte percentuali di aborto, ma con le evidenze attuali non si può ancora consigliare un trattamento a base dell'ormone tiroideo tiroxina: non sappiamo infatti se queste cure possano davvero ridurre il tasso di aborti – scrivono gli autori –. Se in gravidanza si scoprono noduli alla tiroide occorre esaminarli: si può aspettare a dopo il parto solo se la scoperta avviene nelle ultime sei settimane. La biopsia con ago aspirato è raccomandabile per i noduli solidi superiori a un centimetro, per quelli complessi da 1,5-2 centimetri e al di sotto, fino a noduli con diametro di mezzo centimetro, se la donna è ad alto rischio o l'ecografia fa nascere sospetti». No allo iodio radioattivo, infine, nelle donne in gravidanza o che allattano; chi si sottopone a questa terapia per un tumore alla tiroide, inoltre, deve aspettare dai sei ai dodici mesi prima di mettere in cantiere un bimbo.

 
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