martedì 21 agosto 2012

Taglio cesareo.Cos'é, come avviene, i rischi.






Chi decide se avro’ un taglio cesareo?
Quando un cesareo è necessario?
Come si svolgerà?
Quali conseguenze un taglio cesareo avrà sul mio bambino?
Dopo un taglio cesareo, potro’ partorire il mio secondo bambino con un parto naturale?

Sono tante le domande che una mamma si pone quando si prospetta la possibilità di dover programmare un cesareo.E anche chi non ha particolari problemi, non puo’ fare a meno di chiedersi cosa potrebbe accadere nel caso si debba procedere con un cesareo d’urgenza.

Cos’ è

Il taglio cesareo (TC) è un intervento chirurgico per mezzo del quale il ginecologo procede all'estrazione del feto.
Può essere programmato,ad esempio nel caso di una donna che sia già stata sottoposta a TC,per la presenza di patologie materne (distacco della retina, pregressi interventi sull’utero, gravi problemi vertebrali che impediscono il travaglio e il parto naturale), di patologie fetali (malformazioni che potrebbero aggravarsi durante il parto), di condizioni ostetriche (presentazione podalica o mal posizioni), gravidanze gemellari (primo feto podalico), di sproporzione feto-pelvica o placenta previa.Il parto programmato deve essere effettuato fra la 38° e la 39° settimana. Puo’ succedere pero’ che anche durante il travaglio si possano verificare condizioni impreviste in cui il ginecologo pone indicazione al cesareo in urgenza, per sofferenza fetale (alterazioni del battito cardiaco fetale al tracciato cardiotocografico), se il travaglio non si svolge con la necessaria velocità, o per distocia cervicale ( mancata dilatazione del collo uterino).
Si possono verificare anche condizioni improvvise che impongono tempi di risposta ancora più rapidi: rottura dell’utero, distacco di placenta, prolasso del funicolo, sofferenza fetale grave in fase espulsiva. In tali casi il cesareo viene realizzato in emergenza.
L’anestesia, in condizioni di urgenza o emergenza, può essere di non facile esecuzione sia per le condizioni che caratterizzano la donna gravida, sia per la mancanza di preparazione della donna all’intervento.
In tutti i casi in cui il cesareo venga effettuato in condizioni di urgenza o emergenza il rischio di complicanze per la mamma ed il neonato aumenta.




Come avviene


La procedura chirugica dura circa un’ora.Dall’inizio dell’intervento alla nascita del bambino passano invece circa 5-10 minuti.
La mamma viene preparata inizialmente con la tricotomia (rasatura dei peli sovrapubici) per evitare infezioni della ferita. Il medico di turno effettuerà la visita ostetrica di accettazione. L'ostetrica si occuperà della compilazione della cartella clinica rilevando la pressione arteriosa, il battito cardiaco fetale e dosando l'albuminuria.
Previa disinfezione dei genitali esterni sarà applicata una sonda urinaria per evitare i rischi di perforazione della vescica durante l'incisione dell'addome.
Sarà quindi infusa la terapia antibiotica e, in base al tipo di anestesia scelta, la donna sarà sottoposta a terapia idratante.
Pochi minuti prima di accedere alla sala operatoria è prevista, se prescritta, la preanestesia.
Il taglio cesareo può essere eseguito in anestesia subaracnoidea, anestesia epidurale o anestesia generale.
Fino alla fine degli anni ottanta il taglio cesareo veniva effettuato solitamente in anestesia generale. Oggi invece, quando possibile, è effettuato in anestesia locale, grazie alla quale la paziente restando sveglia e cosciente durante l'intervento, e può partecipare con consapevolezza alla nascita del suo bambino.
Nel caso di un taglio cesareo d’urgenza, le procedure adottate saranno le stesse;talvolta, però, sarà necessario eseguire in tempi brevi gli esami ematochimici urgenti, l'elettrocardiogramma e la visita anestesiologica
In sala operatoria sarà presente il personale infermieristico, l'anestesista, i ginecologi che eseguiranno l'intervento, l'ostetrica che accoglierà nelle sue mani il bimbo, il pediatra, l'infermiera del nido che coadiuva il medico durante la prima visita neonatale.
Successivamente, si copre il campo operatorio con teli sterili in modo che la paziente non riesca a vedere l’addome.La donna rimane sdraiata sulla schiena con le braccia incrociate, che a volte vengono bloccate con una garza per impedire interferenze con il campo chirurgico, oppure con il braccio destro disteso verso l’esterno sul reggibraccio, in modo da consentire l’applicazione degli elettrodi e del saturimetro.
Si procede quindi con il taglio dell’addome e dell’utero, che può avvenire con due diversi tipi di incisione: longitudinale (verticale) oppure trasversale (orizzontale). La prima, che prevede un taglio che va dall’ombelico al pube, è la più veloce e, di conseguenza, è la più utilizzata nei casi di emergenza, perché permette di estrarre il piccolo più rapidamente. In condizioni normali però, è la meno preferibile, soprattutto per motivazioni estetiche, considerato che lascia una cicatrice ben visibile.
Nell’incisione trasversale, invece, il taglio viene effettuato a livello del margine superiore dei peli del pube che, ricrescendo, nascondono la cicatrice.
Dopo l’inizio del cesareo, la donna sentirà toccarsi l’addome e noterà un po’ pressione. Al momento dell’estrazione del bambino si sentirà una spinta più forte sulla parte superiore del corpo, che può essere fastidiosa. Generalmente i ginecologi avvertono che il feto verrà tirato fuori e che si può sentire tale spinta.
Dopo aver estratto il bimbo, si estrae la placenta e si procede alla sutura dell'utero dopo aver accuratamente deterso la sua cavità.L'intervento si conclude con la chiusura degli strati precedentemente resecati, tranne che del peritoneo della plica vescico-uterina e del peritoneo parietale i quali, sebbene lasciati "aperti" si richiudono da soli e meglio di quanto possano fare i punti, già nelle prime 1 - 2 ore dall'intervento stesso.
Terminato l'intervento la madre è riaccompagnata in una stanza della sala travaglio dove rimane per circa 2 ore, assistita da un parente; l'ostetrica provvederà a controllare le perdite ematiche, i parametri vitali (pressione, polso, diuresi) e la terapia infusiva post-operatoria.
Trascorse le due ore del post-partum, l'ostetrica, con l'aiuto dell'ausiliaria, eseguirà un accurato bidet, sostituirà la biancheria sporca del letto prima dell'accompagnamento nel reparto di ostetricia.


Post-parto  

Dopo il parto cesareo, la neomamma avrà probabilmente bisogno di rimanere in ospedale da quattro a sette giorni.I punti vengono rimossi generalmente quattro o cinque giorni dopo l’intervento e se tutto procede bene, la paziente viene dimessa subito dopo.
All’indomani del taglio cesareo, la mamma dovrà alzarsi per scongiurare complicazioni dovute ad incidenti vascolari e per ripristinare le normali funzioni intestinali.
Dopo il parto cesareo le perdite ematiche, date dall'eliminazione della mucosa uterina superficiale, sono piu' abbondanti rispetto a quelle di un post parto naturale, e le contrazioni dell'utero (12 - 24 ore dopo l'intervento), che ritorna lentamente ad una dimensione normale, sono piu' dolorose in quanto si sta cicatrizzando l'incisione fatta durante il parto. Anche per questo, per un paio di giorni potrebbero essere somministrati degli antidolorifici.
In ogni caso,nel giro di un paio di giorni l'intensita' delle contrazioni diminuira' sensibilmente e si riuscirà a muoversi sempre meglio.




I rischi

Il parto cesareo è una pratica chirurgica addominale e come tutti gli interventi comprende alcuni rischi e imprevisti. I più frequenti, in genere,sono la possibilità di una perdita di sangue maggiore del previsto ed episodi febbrili. Inoltre, il forzato riposo a letto, e l'intervento stesso, possono anche favorire l'insorgere di flebiti, e tromboflebiti: di solito si risolvono senza grossi problemi, anche se, in casi molto rari, si possono avere ulteriori complicazioni. Come in qualsiasi intervento in cui si apra la cavità addominale può anche verificarsi un ritardo nella canalizzazione.Questa evenienza, sia pur rara dopo taglio cesareo, può, in casi estremi bloccare la funzione intestinale: in una percentuale di 1 caso su 1.000 può rendersi necessario un secondo intervento chirurgico. Anche la funzione urinaria può stentare a riprendere, dopo aver tolto il catetere: in genere è dovuto alla difficoltà a riprendere il coordinamento dei piccoli muscoli che la regolano. Tutti questi sono rischi generici, impliciti un pò in qualsiasi intervento chirurgico addominale, ma tuttavia da tener presente, specie considerando la loro minore incidenza con parto vaginale eutocico (ossia svoltosi senza problemi).
Accanto a questi rischi cosidetti impliciti, vi sono quelli difficilmente prevedibili, da quelli più semplici come una lacerazione della parete vescicale a quelli più gravi, che tuttavia ricorrono in ostetricia con una frequenza inferiore ad 1 su 3.000.

Per quanto riguarda il feto, valutare i rischi che corre durante il cesareo non è molto semplice, perché questi non dipendono soltanto dall’intervento, ma anche dal momento in cui esso viene efettuato e dalla condizione patologica che a volte puo’ richiedere un’azione tempestiva.
Le complicanze piu’ frequenti, comunque, sono:
-Sindrome da stress respiratorio
-Depressione fetale, spesso legata all’anestesia.
-Trauma per lesione diretta da bisturi o per manovre di estrazione.
Anche in questo caso comunque, le complicazioni ricorrono con una frequenza molto bassa.



Dopo il cesareo il parto vaginale è possibile.

Il parto vaginale dopo taglio cesareo è sicuro. Questa è la conclusione di un comitato di esperti dei National Institutes of Health degli Stati Uniti.
Gli esperti dicono che non vengono offerte la possibilità di parto vaginale, anche quando molte donne hanno un basso rischio di complicanze. Di per sé, non c’è ragione per la donna che ha subito un taglio cesareo a subire necessariamente un altro intervento, se si vuole un parto vaginale.
Il comitato usa la ricerca per stabilire che un tentativo di parto naturale dopo un cesareo ha quasi il 75% tasso di successo. Il rischio di mortalità è più basso se alla donna è data come opzione il parto vaginale, anche se alla fine è necessario eseguire un parto cesareo. L’evidenza attuale rende chiaro che è possibile la scelta del parto naturale e in molte donne può essere preferibile.
La rigorosa ricerca citata effettuata negli Stati Uniti ha mostrato che il 30% degli ospedali non offrono più alla madre la possibilità di parto vaginale se ha subito un cesareo precedentemente. Alcuni esperti temono che le incisioni del taglio cesareo possono essere rotte dalle contrazioni, che rappresentano un pericolo per la madre e il bambino. Tuttavia, gli studi indicano che questo rischio è inferiore all’1%.
C’è ancora molta ignoranza su come le donne possono avere un parto naturale dopo un cesareo, ma gli esperti ritengono che i desideri e le preferenze delle donne dovrebbero essere rispettate.
Ogni opzione ha i suoi rischi e benefici, le rotture uterine sono più comuni nei tentativi di parto naturale, ma d’altro canto, le donne con un parto vaginale dopo un taglio cesareo hanno un minor numero di anormalità nella crescita e nella posizione della placenta nelle gravidanze future.
( Fonte: Elmundo.es )

1 commento:

  1. a me e capitata una piccola lacerazione alla taglio lato destra come
    mai dopo 2 mesi

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