mercoledì 31 ottobre 2012

Assunzione di farmaci in gravidanza

Uno dei problemi che più preoccupa le donne in gravidanza riguarda l'assunzione accidentale di farmaci dopo il concepimento o la necessità di terapie mediche nel corso della gravidanza.

In linea teorica sarebbe meglio non assumere farmaci durante la gravidanza.Purtroppo non sempre è possibile attenersi a questa regola, per vari motivi; è importantissimo dunque consultare sempre il proprio ginecologo per evitare di assumere farmaci che potrebbero avere conseguenze molto gravi sulla salute del piccolo e valutare assieme quali siano le soluzioni piu’ indicate per un determinato problema.




Di seguito una tabella indicativa sui farmaci che hanno minore rischio sul feto e quelli da evitare in maniera assoluta.

I FASCIA

L'assunzione di questi farmaci negli studi eseguiti sull'uomo non ha evidenziato un aumento del rischio teratogeno per il feto.


- Acido Acetilsalicilico + Magnesio Idrossido

- Acido Acetilsalicilico

- Acido Nalidixico

- Aloperidolo

- Amoxicillina

- Ampicillina

- Atropina Solfato

- Bacampicillina (Cloridrato)

- Bromocriptina (Mesilato)

- Cefalexina

- Cefalotina (Sale Sodico)

- Ciproeptadina (Cloridrato)

- Clindamicina

- Cloxacillina (Sale Sodico)

- Clorpromazina (Cloridrato)

- Digossina

- Dixirazina

- Dicloxacillina (Sale Sodico)

- Eparina Calcica

- Etambutolo (Cloridrato)

- Eritromicina

- Fenossimetilpenicillina

- Fenoterolo

- Flufenazina

- Idrossiprogesterone Caproato

- Imipramina (Cloridrato)

- Insulina

- Isoniazide

- Levotiroxina

- Medrossiprogesterone (Acetato)

- Metildopa (Levogira)

- Miconazolo

- Nistatina

- Nitrofurantoina

- Perfenazina (Enantato)

- Periciazina

- Pirvinio Pamoato

- Prociclidina (Cloridrato)

- Prometazina (Cloridrato)

- Salbutamolo

- Spiramicina

- Spironolattone

- Teofillina

- Terbutalina (Solfato)

- Tioridazina

- Trimipramina

II FASCIA

Farmaci che sono stati ampiamente utilizzati in gravidanza e per i quali si può desumere l'assenza di effetti teratogeni sul feto ma per i quali non esistono studi definitivi a tal proposito.


- Acido Chenursodesossicolico (Sale Di Magnesio)

- Acido Tranexamico

- Acido Ursodesossicolico

- Alcinonide

- Allopurinolo

- Amiloride + Idroclorotiazide

- Aminofillina

- Amitriptilina (Cloridrato)

- Azanidazolo

- Aztreonam

- Betaistina

- Betametasone

- Butriptilina (Cloridrato)

- Calcitonina

- Cefacloro

- Cefadroxil

- Cefamandolo (Nafato Sodico)

- Cefatrizina

- Cefazolina (Sale Sodico)

- Cefotaxima (Sale Sodico)

- Cefradina

- Ceftezolo (Sale Sodico)

- Cimetidina

- Clenbuterolo (Cloridrato)

- Clomipramina (Cloridrato)

- Clonazepam

- Clonidina

- Cloramfenicolo

- Clorpropamide

- Clortalidone

- Desametasone

- Diazepam

- Diflucortolone (Valerato)

- Diidroergotamina (Mesilato)

- Diidrotachisterolo

- Diprofillina

- Disopiramide

- Ergotamina

- Eritritile Tetranitrato

- Etinilestradiolo

- Fenobarbital

- Fenquizone Sale Monopotassico

- Fentiazac

- Floroglucinolo

- Flumetasone (Pivalato)

- Fluocinolone

- Fluocortolone

- Fluorometolone

- Fosfomicina Trometanolo (Sale Di Trometanolo)

- Glibenclamide

- Gliciclamide

- Gliclazide

- Glipizide

- Gonadorelina

- Ibuprofene

- Idrocortisone (Acetato)

- Indometacina

- Ipratropio Bromuro

- Isosorbide Mononitrato

- Labetalolo (Cloridrato)

- Levomepromazina

- Lincomicina (Cloridrato)

- Loperamide (Cloridrato)

- Josamicina

- Ketoprofene

- Medrogestone

- Mepindololo (Solfato)

- Metadone (Cloridrato)

- Metergolina

- Metilprednisolone

- Metoclopramide (Cloridrato)

- Metronidazolo

- Mianserina (Cloridrato)

- Morfina

- Naloxone (Cloridrato)

- Naprossene

- Neostigmina Metilsolfato

- Niclosamide

- Nifedipina

- Nifuratel

- Nitroglicerina

- Nortriptilina (Cloridrato)

- Orfenadrina Cloridrato

- Paromomicina (Solfato)

- Pentaeritritile Tetranitrato

- Pentazocina

- Pindololo

- Piperacillina (Sale Sodico)

- Pirantel

- Prednisolone

- Prednisone

- Procainamide (Cloridrato)

- Progesterone

- Protamina

- Sotalolo (Cloridrato)

- Spectinomicina (Dicloridrato Pentaidrato)

- Sulindac

- Sulpiride

- Tenitramina

- Tetracosactide (Esacetato)

- Timololo (Maleato)

- Triamcinolone

- Triamterene

- Vancomicina (Cloridrato)

- Verapamil (Cloridrato)

III FASCIA

Assenza di dati sull'utilizzo di questi farmaci a causa del loro uso limitato in gravidanza. La loro somministrazione nell'animale non ha evidenziato danni fetali.

- Acebutololo (Cloridrato)

- Aciclovir

- Acido Niflumico

- Acido Piromidico

- Acido Tiaprofenico

- Amicacina (Solfato)

- Amineptina (Cloridrato)

- Amiodarone (Cloridrato)

- Atenololo

- Baclofene

- Bamifillina (Cloridrato)

- Barbexaclone

- Bekanamicina (Solfato)

- Biperidene

- Bumetanide

- Buprenorfina (Cloridrato)

- Captopril

- Carbamazepina

- Cefoperazone (Sale Sodico)

- Ceftazidima (Pentaidrato)

- Ceftizoxima (Sale Sodico)

- Ceftriaxone (Sale Disodico)

- Chinidina

- Ciclofenile

- Ciclosporina

- Cimetropio Bromuro

- Cinoxacina

- Ciproterone (Acetato)

- Clomifene (Citrato)

- Clotiapina

- Colestiramina (Cloridrato)

- Diazossido

- Diclofenac

- Enalapril

- Estradiolo

- Estriolo

- Estrogeni Coniugati

- Etosuccimide

- Etozolina

- Fenitoina (Sale Sodico)

- Furosemide

- Gemfibrozil

- Gentamicina (Solfato)

- Idrossiclorochina (Solfato)

- Indapamide

- Indenololo (Cloridrato)

- Lisuride (Maleato Acido)

- Mebendazolo

- Mexiletina (Cloridrato)

- Mezlocillina (Sale Sodico Monoidrato)

- Midecamicina

- Midodrina (Cloridrato)

- Metoprololo

- Miocamicina

- Nadololo

- Netilmicina (Solfato)

- Nicardipina (Cloridrato)

- Nimesulide

- Norfloxacina

- Ornidazolo

- Oxatomide

- Paroxetina

- Pimozide

- Piperazina

- Piretanide

- Piroxicam

- Pizotifene (Malato Acido)

- Prajmalio Bitartrato

- Pralidossina Metilsolfato

- Primidone

- Procaterolo (Cloridrato Emidrato)

- Proglumetacina (Dimaleato)

- Propafenone (Cloridrato)

- Ranitidina

- Reproterolo (Cloridrato)

- Tiapride (Cloridrato)

- Ticlopidina (Cloridrato)

- Tinidazolo

- Tobramicina (Solfato)

- Trazodone (Cloridrato)

- Terfenadina

IV FASCIA


L'assunzione di questi farmaci ha fornito, nella sperimentazione sull'animale, risultati interlocutori o dannosi per il feto, incerto il loro effetto nell'uomo.


- Acetazolamide

- Auranofin

- Azatioprina

- Acido Pipemidico

- Colchicina

- Clorochina (Difosfato)

- Disulfiram

- Domperidone

- Diclofenamide

- Diltiazem (Cloridrato)

- Dantrolene (Sale Sodico)

- Deferoxamina (Mesilato)

- Flurbiprofene

- Glucagone (Cloridrato)

- Ketoconazolo

- Levodopa

- Rifampicina

- Pipamperone (Dicloridrato)

V FASCIA


Farmaci che hanno dimostrato, nell'uomo, effetti nocivi sul feto se assunti in gravidanza.


- Busulfano

- Ciclofosfamide (Monoidrato)

- Clorambucil

- Clortetraciclina (Cloridrato)

- Danazolo

- Demeclociclina (Cloridrato)

- Isotretinoina

- Litio Carbonato

- Lomustina

- Melfalan

- Metotrexato

- Minociclina (Dicloridrato)

- Noretisterone

- Pipobromano

- Procarbazina (Cloridrato)

- Ramipril

- Streptomicina (Solfato)

- Testosterone (Propionato)

- Valpromide

- Warfarin (Sale Sodico)

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Per togliersi ogni dubbio se non si puo’ contattare il proprio medico, ci si puo’ affidare a dei servizi di consulenza telefonica messi a disposizione proprio per le donne in gravidanza:

-Ospedale Fatebenefratelli di Roma: 06/5800897

-Policlinico Gemelli di Roma: 06/3050077

-Policlinico Universitario di Napoli: 081/5463811

-Ospedale San Paolo di Milano: 02/8910207

-Centro di Tossicologia di Bergamo ( numero gratuito): 800883300



Le informazioni diffuse da questo articolo non intendono e non devono sostituirsi in alcun modo alle opinioni e alle indicazioni dei professionisti della salute che hanno in cura il lettore.

giovedì 25 ottobre 2012

Nuovo test per diagnosticare la preeclampsia

Identificati marcatori biologici in grado di segnalare con precisione la presenza di preeclampsia in gravidanza, una complicanza che può anche cagionare la morte.



La preeclampsia è una condizione che colpisce circa il 5% delle donne in gravidanza. Una percentuale che, all’apparenza, può sembrare bassa ma che di fatto non lo è. Se si conta infatti che ogni anno soltanto in Italia sono circa 550 mila i nuovi nati (media annuale degli ultimi dieci anni secondo i dati ISTAT), la percentuale assume un significato di rilievo perché sono circa 5 donne su 100, e su centinaia di migliaia… sono altrettante migliaia.
L’incidenza del tasso di mortalità materna da eclampsia, poi, si stima sia l’1,8% nel mondo.

Da qui dunque l’importanza di scovare per tempo la possibile presenza della malattia e il rischio di sviluppare l’eclampsia. Ed è quello che hanno inteso trovare i ricercatori del Cottage Health System e del UC Santa Barbara College of Engineering, i quali hanno identificato i marcatori biologici (o biomarkers) che possono essere utilizzati per la realizzazione di un test rivoluzionario in grado di diagnosticare la preeclampsia.
Questa condizione è considerata una complicanza della gestazione. Spesso confusa con altre tipiche condizioni che accompagnano la gravidanza – come, per esempio, il gonfiore, il dolore gastrico, un rialzo della pressione sanguigna – la preeclampsia, se si trasforma in eclampsia diviene potenzialmente mortale.
I principali autori dello studio sono il dottor Alex Soffici, il professor Patrick Daugherty e Serra Elliott rispettivamente dell’Ospedale Santa Barbara Cottage, vice-presidente del dipartimento di ingegneria chimica alla University of California e ricercatore alla UC.
I primi due autori, per la loro ricerca hanno prelevato dei campioni di sangue durante un periodo di due anni, sia da donne in gravidanza senza complicanze che da donne in gravidanza con diagnosi di preeclampsia. I campioni raccolti sono poi stati analizzati dal dottor Serra Elliott presso l’Università della California Santa Barbara al fine di identificare i potenziali biomarcatori per il test.
Le analisi condotte hanno permesso di individuare alcuni anticorpi presenti nel sangue delle pazienti con preeclampsia – anticorpi che invece non erano presenti nel sangue delle donne con regolare gravidanza. La differenza era evidente anche nel caso di sintomi simili, ma che non avevano a che fare con la preeclampsia. A motivo di ciò, i ricercatori ritengono che questo nuovo test diagnostico dia modo di distinguere quando ci si trovi effettivamente di fronte a un caso di preeclampsia o meno.
«Abbiamo sviluppato un processo di separazione per vagliare un enorme numero di molecole distinte presenti nel sangue per identificare quelle poche che sono unicamente presenti nelle pazienti con preeclampsia», spiega nel comunicato UC il dottor Daugherty – Dal momento che il nostro processo identifica contemporaneamente reagenti biochimici in grado di catturare i biomarker della malattia, vi è la possibilità di creare un test diagnostico efficace per questo disturbo prevalente ed eventualmente per altre malattie in cui i test definitivi non sono ancora disponibili».
La scoperta di questi marcatori biologici presenti soltanto nel sangue delle donne con preeclampsia diviene pertanto la base per questo nuovo test, su cui i ricercatori stanno lavorando. Un test che si potrà eseguire con facilità e che dovrebbe fornire risultati precisi. Un grande passo avanti nella prevenzione della preeclampsia e, come accennato dagli autori dello studio, anche nella possibile prevenzione di altre malattie.

Fonte:Liquidarea.com

martedì 23 ottobre 2012

ALLATTAMI.Nasce a Bologna la Banca del Latte Umano Donato



ALLATTAMI è La Banca del Latte Umano Donato di Bologna.
E' un'iniziativa senza scopro di lucro che ha l'obiettivo di fornire a neonati critici, soprattutto prematuri, la possibilità di usufruire del latte umano, qualora la loro madre non ne abbia a sufficienza.
La Banca del Latte Umano Donato è il luogo dove il latte umano viene raccolto, trattato e conservato in condizioni di sicurezza per essere utilizzato gratuitamente dall'ospedale per l'alimentazione dei bambini prematuri.
ALLATTAMI si è posta un obiettivo: raccogliere almeno i 600 litri di latte umano donato che servono ai neonati ricoverati nelle terapie intensive neonatali del Policlinico di Sant'Orsola e dell'Ospedale Maggiore. Per raggiungere tale obiettivo è stata avviata un'importante azione di sensibilizzazione verso le future e nuove mamme grazie alla collaborazione dell'Azienda Usl di Bologna, del Collegio delle Ostetriche, dei Pediatri di famiglia e de Il Cucciolo, associazione in Bologna dei genitori dei bambini nati pretermine. ALLATTAMI seleziona le mamme donatrici, ritira il loro latte direttamente a casa, lo pastorizza e conserva in condizioni di massima sicurezza e lo fornisce agli ospedali cittadini.

Perché
Perché di mamma ce n'è una sola. Ma alle volte ne servono di più.
I bambini prematuri lottano ogni giorno contro mille difficoltà: infezioni e gravi complicanze che possono compromettere le loro possibilità di farcela.
La scienza dimostra che il latte umano aumenta le possibilità di sopravvivenza dei neonati prematuri e ne favorisce l'accrescimento e lo sviluppo.
Il latte materno è insostituibile per il neonato perché fornisce tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno, nelle proporzioni esatte e nella forma più facilmente assimilabile e rafforza il suo sistema immunitario.
Per avere latte materno serve una mamma, ma spesso quelle dei bimbi prematuri di latte non ne hanno o ne hanno troppo poco. Quello che un'altra mamma produce in eccesso al suo bimbo non serve, può aiutare un bimbo prematuro.
Nella città di Bologna servono 600 litri di latte umano donato ogni anno.
 
Quali sono i vantaggi?
Ogni anno a Bologna nascono più di 100 bambini con un peso alla nascita inferiore al chillo e mezzo. Questi bambini sono particolarmente delicati..
Un bambino che nasce prematuramente ha tanti problemi davanti:
un periodo lungo di degenza in ospedale, durante il quale sperimenterà inevitabilmente una serie di problematiche, alcune delle quali sono dovute all'immaturità dell'apparato gastroenterico e alla sua incapacità di nutrirsi come un bambino normale.
Il latte materno è il miglior strumento per aiutare questo bambino nella digestione ma fornisce anche un supporto importante dal punto di vista immunitario.
Noi siamo convinti che utilizzare il latte della propria madre sia importante, e che aiuti molto il bambino nella sua storia successiva.
Non sempre però la mamma di un bambino che nasce prematuramente ha la possibilità di allattare il suo bambino.
Per questo motivo, non solo noi ma tutti nel mondo, cercano di sviluppare un'alternativa valida all'allattamento con il latte della propria madre, che è rappresentata dal latte donato da altre mamme.
La banca del latte umano donato, Allattami, vive su due componenti: una di tipo medico-sanitario rappresentata dal Sant'Orsola, che seleziona le donatrici; e l'altra rappresentata da Granarolo, che segue l'aspetto tecnico di sanificazione del latte, al fine di renderlo assolutamente sicuro per i neonati che lo riceveranno.
 
Per maggiori info consultare il sito www.allattami.org

Tiroide e gravidanza, ecco che cosa fare


Dagli Stati Uniti le indicazioni per lo screening e la cura delle malattie della tiroide quando la donna è in dolce attesa


Immagine tratta da Gravidanzaonline.it

Come funziona la tiroide? È una domanda che dovrebbe essere posta a tutte le donne che vogliono un figlio e a coloro che già aspettano un bambino, perché in gravidanza un «malfunzionamento» di questa importante ghiandola può influenzare la salute del nascituro: un deficit di ormoni tiroidei, ad esempio, può provocare danni allo sviluppo cerebrale e psicomotorio del bimbo mentre un eccesso può portare ad aborto, nascite premature e malformazioni congenite. Proprio per evitarlo e per gestire al meglio eventuali malattie della tiroide durante la gravidanza l'Endocrine Society statunitense ha aggiornato le sue linee guida in materia, dando indicazioni molto pratiche su che cosa fare e quando.

CONTROLLI – Nonostante la pericolosità delle patologie tiroidee, esordiscono gli autori, non c'è necessità di uno screening a tappeto prima della gravidanza nelle donne sane, senza sintomi specifici. Va detto purtroppo che i segni di iper e ipotiroidismo sono molto variegati e a volte difficili da ricondurre alla tiroide: vanno infatti dalla tachicardia alle gambe gonfie, dall'aumento dell'appetito a una maggiore intolleranza al caldo o al freddo, fino all'astenia e alle difficoltà di concentrazione. Così, in caso di dubbi per la presenza di sintomi sospetti, è sicuramente opportuno fare un controllo e misurare il grado di attività della ghiandola; sicuramente occorre farlo nelle donne che sono a rischio di malattie della tiroide perché ad esempio hanno più di trent'anni, una storia di aborti ripetuti o problemi di fertilità, soffrono di malattie autoimmuni o vivono in una zona dove è probabile un deficit di iodio. A tutte le donne, inoltre, per garantire una corretta funzionalità della tiroide gli esperti raccomandano di introdurre 150-200 microgrammi di iodio al giorno sotto forma di sale iodato o assieme ad altri eventuali complessi vitaminici, possibilmente iniziando già prima del concepimento; altrettanto importante assicurarsi un apporto di circa 250 microgrammi di iodio al giorno durante il periodo dell'allattamento, così che il piccolo riceva attraverso il latte un centinaio di microgrammi al giorno di questo elemento.
TERAPIE – In caso di ipertiroidismo, che secondo le stime si verifica in circa due gravidanze ogni mille, si devono usare farmaci anti-tiroidei: la sequenza “giusta”, stando agli statunitensi, prevede l'uso di propiltiouracile nei primi tre mesi e metimazolo dopo e anche le linee guida della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia in materia di tiroide e gravidanza confermano che si tratta dei medicinali di prima scelta. Nelle donne che prendono questi farmaci e in coloro che hanno livelli elevati di auto-anticorpi per la tiroide perché soffrono di tiroidite autoimmune, che secondo stime italiane riguarda fino a una neomamma su dieci, bisogna inoltre verificare che non ci siano disfunzioni tiroidee fetali facendo ecografie a 18 e 22 settimane e poi ogni 4-6 settimane durante la gestazione. «Un eccesso di anticorpi materni per la tiroide è associato ad alte percentuali di aborto, ma con le evidenze attuali non si può ancora consigliare un trattamento a base dell'ormone tiroideo tiroxina: non sappiamo infatti se queste cure possano davvero ridurre il tasso di aborti – scrivono gli autori –. Se in gravidanza si scoprono noduli alla tiroide occorre esaminarli: si può aspettare a dopo il parto solo se la scoperta avviene nelle ultime sei settimane. La biopsia con ago aspirato è raccomandabile per i noduli solidi superiori a un centimetro, per quelli complessi da 1,5-2 centimetri e al di sotto, fino a noduli con diametro di mezzo centimetro, se la donna è ad alto rischio o l'ecografia fa nascere sospetti». No allo iodio radioattivo, infine, nelle donne in gravidanza o che allattano; chi si sottopone a questa terapia per un tumore alla tiroide, inoltre, deve aspettare dai sei ai dodici mesi prima di mettere in cantiere un bimbo.

 

venerdì 5 ottobre 2012

Le cinque posizioni dell'allattamento.



Il latte materno costituisce il miglior alimento per i neonati, perché fornisce tutti i nutrienti di cui hanno bisogno nella prima fase della loro vita, come per esempio certi acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile. Per di piu', contiene sostanze bioattive e immunologiche che sono fondamentali per proteggere il bambino da eventuali infezioni batteriche e virali e per favorire lo sviluppo intestinale. Queste sostanze in genere non si trovano nei sostituti artificiali.
Quindi, laddove é possibile, é sempre consigliato l'allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita del bambino.

Non sempre pero' é facile allattare al seno il proprio piccolo, sopratutto in situazioni particolari come un taglio cesareo o un ingorgo mammario.Esistono per questo diverse posizioni dell'allattamento, adattabili alle varie esigenze della mamma e del piccolo.

Il primo passo per allattare correttamente il proprio bambino, qualsiasi sia la posizione che si intende adottare, è principalmente uno stato psicologico: la madre deve sentirsi comoda, rilassata e perfettamente a suo agio, visto che dovrà tenere il bambino attaccato al seno per molto tempo senza affaticarsi.



Immagine tratta dal sito Sanihelp

Allattare in posizione distesa su un fianco: questa posizione è ottima per rilassarsi, la notte e dopo un parto cesareo. È consigliabile anche nei primi giorni dopo il parto. La madre è distesa su un fianco. Schiena, testa e spalle possono appoggiarsi a dei cuscini, in modo da essere totalmente rilassati. Il bambino si trova di fianco, vicinissimo al corpo della mamma. La sua testa si trova all'altezza del seno, è disteso sul letto o sul braccio della madre. La schiena del bambino può essere sorretta da un cuscino o da un panno arrotolato, eventualmente anche dal cuscino per allattamento, affinché possa rimanere disteso di fianco. In questa posizione viene allattato con il seno inferiore. Se viene dato il seno superiore, la madre deve sporgersi un po' e spingere il ginocchio in avanti per sostenersi. In questo caso può essere d'aiuto mettere un cuscino tra le gambe.





Allattare distesa sulla schiena: questa posizione viene a volte consigliata, ma piuttosto raramente, subito dopo il parto, anche dopo un cesareo o in caso di forte flusso di latte. La madre è distesa sulla schiena, la testa è leggermente rialzata. Il bambino è disteso prono, per lungo, sulla pancia della madre. La sua testa è distesa direttamente sul seno. La fronte del bambino deve eventualmente essere tenuta su affinché il naso resti libero durante la poppata.
 

Immagine tratta dal sito EssereMamma
 
 Allattare in posizione seduta (posizione «culla»): questa posizione classica per l'allattamento è quella che si vede più spesso, ma non è quella ideale nel caso di un forte flusso di latte o di montata lattea durante il puerperio. La madre è seduta sul letto o in una poltrona. Il bambino è disteso di fianco e la sua pancia preme su quella della madre. È quindi rivolto alla madre con tutto il corpo. La madre tiene il bambino in braccio (posizione della «culla»). La nuca del bambino è appoggiata nella piega del braccio e il sederino del bebè nella mano della madre. Per appoggiare le braccia possono essere usati dei cuscini o i braccioli della poltrona. Molte mamme che allattano trovano particolarmente comodo l'uso di cuscini per allattamento. Le gambe della madre sono piegate o si appoggiano a qualcosa: molto comodo può risultare in questi casi uno sgabello poggiapiedi.


Immagine tratta dal sito Pianeta mamma
 
 
 Allattare in posizione seduta (posizione «rugby»): questa posizione è utile dopo un cesareo (perché la ferita non viene schiacciata), in caso di grandi seni o di ingorgo mammario, con gemelli o nati da parti prematuri, ma anche con un bambino inquieto oppure se il bambino ha il raffreddore e il naso chiuso. Il bambino è disteso di lato sotto il braccio della mamma e il corpo e le gambe sono rivolte verso la parte posteriore del corpo della mamma. Il sederino del bambino poggia su un cuscino, circa all'altezza del gomito della mamma. La madre sostiene con la mano la testa del bambino, la parte superiore della schiena poggia sull'avambraccio. In questa posizione possono essere allattati contemporaneamente gemelli o bambini di età diversa (allattamento simultaneo o in tandem).

 

 
 Allattare in posizione seduta («a cavalcioni»): questa posizione è adatta particolarmente per bambini già abbastanza cresciuti, che riescono in qualche modo a stare seduti. È indicata per neonati che hanno problemi a succhiare, o il naso chiuso, oppure in caso di suzione piuttosto debole o di seno pieno. Il bambino è seduto cavalcioni sulla coscia della madre; eventualmente utilizzate un cuscino per far arrivare la bocca all'altezza del capezzolo. La madre sostiene con la mano e l'avambraccio la schiena del bambino.
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