venerdì 31 agosto 2012

Bellezza.Cosmetici in gravidanza



Durante la gravidanza il corpo di una donna subisce molteplici cambiamenti a causa del boom ormonale.Per questo si verificano spesso alterazioni a carico della pelle come riduzione dell`oleosità della cute e dell'acne, aumento della lucentezza e morbidezza dei capelli e anche, purtroppo, diversi inestetismi che nella maggior parte dei casi sono destinati a sparire dopo la gravidanza, come l'iperpigmentazione di alcune zone del viso e del corpo e altri che invece devono essere contrastati fin da subito, come cellulite e smagliature.
Per questo é importante che una donna in gravidanza curi il suo corpo in maggior misura rispetto al solito, accompagnando sempre i giusti trattamenti ad una sana alimentazione e ad un moderato esercizio fisico.
Di seguito vedremo quali prodotti é consentito usare e quali invece é meglio evitare durante il periodo della gravidanza.



 


Anticellulite
 
NO:
iodio e alghe contenenti iodio tipo il fucus, che potrebbero interferire con il metabolismo tiroideo. In generale è meglio evitare l’uso di creme contenenti altri tipi di alghe, come le alghe blu, sebbene abbiano contenuti più bassi di iodio e quindi si possano considerare più ‘tranquille’. Semaforo giallo pure per caffeina e guaranà (un analogo della caffeina), che, sebbene presenti in quantità esigue, potrebbero avere un effetto stimolante sul feto.

SI:
creme contenenti bioflavonoidi, centella, ippocastano, edera, mirtillo, ananas, vite rossa, gingko biloba, tutte sostanze di derivazione vegetale che migliorano il microcircolo, aiutano a drenare i liquidi ristagnanti negli spazi interstiziali e levigano la pelle.
 

Antirughe
 
NO:
tutti i derivati della vitamina A e acido retinoico.
SI:
Tutte le creme che non riportano controindicazioni in gravidanza in etichetta.
 

 
Solari

NO:
filtri solari chimici


SI:
Tutti consentiti purché riportino la dicitura “con soli filtri fisici”a parte quelli contenenti il Tinosorb (filtro chimico-fisico permesso),
La regola è non adoperare creme scadute o già aperte l’anno passato, sia perché perdono la loro efficacia sia perché possono provocare reazioni cutanee.


 
Pelle impura o acneica

NO:acido retinoico,
peeling del corpo o del viso che contengono acido salicilico in misura superiore al 2% .


SI:
Si possono usare tutte le creme specifiche per pelli grasse e si possono fare scrub o maschere (ad esempio a base di argilla) che eliminano le impurità ed assorbono l’eccesso di sebo.In generale sono ritenuti piu’ sicuri i prodotti che contengono acido glicolico, eritromicina topica, acidi alfa idrossi o amamelide.


 
Creme anti-iperpigmentazione ( cloasma gravidico)

NO: acido cogico, acido azelaico.

SI:
sieri e gel che contengono vitamina C sia sotto forma di acido L-ascorbico, sia sotto forma dei suoi sali come il magnesioascorbilfosfato, e altre molecole anti-radicali liberi e antiossidanti, che si comportano anche da calmanti e lenitive della pelle.Acido fitico, derivati di cappero, olivo, riso, arancia rossa.


Esfolianti viso e corpo

NO:
peeling chimici, che contengono alfa idrossiacidi – tipo acido glicolico o salicilico.
Verificare in etichetta (o chiedere al farmacista) che contengano concentrazioni ridotte di acidi e che non siano espressamente controindicati in gravidanza.


SI:
Gli scrub con microgranuli si possono adoperare in maniera tranquilla, visto che sono composti da particelle granulari – tipo noccioli di albicocche o di nocciole – che rimuovono con un’azione meccanica cellule morte ed impurità.



Tinture per capelli

NO: tinture scadenti contenenti ammoniaca e resorcina.

SI:
prodotti di marca, hennè, colorazioni naturali alla camomilla, al the rosso, al mallo di noce, olio di amla
Verificare in etichetta che non vi siano controindicazioni in gravidanza.

 

 
Profumi

NO: ---

SI: Si possono adoperare senza problemi.


 Smalto

NO:
Formaldeide, Toluene, dibutyl Phthalate,resine, metalli pesanti e coloranti

SI:
Con l’accortezza di acquistare solo prodotti di marche note e mai i prodotti scadenti.

 

Creme depilatorie e decoloranti.
In generale: la crema depilatoria non arreca danni al bambino, poiché agisce solo a livello superficiale e non ha un assorbimento sistemico, tuttavia nel corso dei nove mesi meno sostanze chimiche applichiamo sulla pelle, meglio è. Inoltre, anche se si tratta di un prodotto che abbiamo sempre utilizzato, la cute durante l’attesa è particolarmente sensibile e potrebbe irritarsi.
Se vogliamo usarla ugualmente, è prudente testarla su una piccola zona almeno 24 ore prima di applicarla su aree più ampie, in modo da verificare che non ci siano irritazioni cutanee


NO:
creme contenenti ammoniaca


SI:
prodotti le cui formule sono dermatologicamente testate e ricche di principi idratanti.Indicate quelle per pelli sensibili

 

Olii essenziali.

NO:
basilico, chiodi di garofano, cannella, cedronella, cedro rosso, issopo, ginepro, maggiorana, mirra,
noce moscata, salvia officinale, salvia sclarea, semi di sedano, timo, tuia

vietati nei primi 4 mesi:
angelica, finocchio, rosa, menta, legno di Cedro dell'Atlante, rosmarino

SI:
Olii vegetali come olio di mandorle dolci, olio di rosa mosqueta, olio di riso (alimentare), jojoba,
macadamia, germe di grano, avocado, karitè, argan.




martedì 28 agosto 2012

Diario di una mamma.Desiderio di maternità.


Mai come in questo ultimo periodo ho pensato tanto intensamente al mio secondo bambino.
E' vero, intorno a me é tutto un fiorire di pance e di nuove vite.
Mio marito palesa sempre piu' spesso il desiderio di allargare la famiglia, guardando con aria sognante tutti i neonati che incontra.
Il mio bimbo, ormai grande a dire il vero, non vede l'ora di poter avere un fratellino da coccolare.
E anche l'età, il famoso orologio biologico, si fà sentire.
Ma sono convinta che dietro questo desiderio tenero e intenso ci sia anche dell'altro.

Fino a qualche tempo fà la domanda  "A quando il secondo?...E' ora di muoversi...Non vorrai per caso lasciarlo da solo?"  mi faceva andare su tutte le furie e l'unica cosa che riuscivo a pensare era "Ma perché questo tizio non si fà i fatti suoi?".
Odio i percorsi obbligati, gli schemi prestabiliti dalla società e questa richiesta, fatta spesso perché non si ha altro da dire, mi é sempre apparsa come un invasione del mio diritto di scelta.
In fin dei conti un figlio non é un gioco, né un regalo per i parenti, né la garanzia di quella continuità che spesso si rincorre.
Oggi, alla stessa domanda invece mi viene da sorridere, come se fossi stata scoperta ad immaginare questo cucciolo con gli occhi scuri e il sorriso del fratellino piu' grande.

Indubbiamente sono cambiata: intuisco che il mio é realmente un desiderio profondo, intimo, dettato da un percorso e una crescita personale e non da un "dovere" né tantomeno da una semplice "voglia".

Alla mia prima gravidanza ero poco piu' che ventenne.
Io e mio marito avevamo pensato di aspettare un paio di anni per poterci "sistemare": organizzare la casa, il lavoro, le nostre vite.
Invece nostro figlio arrivo' il anticipo, sorprendendoci e cambiandoci da subito. L'abbiamo amato e desiderato dal primo istante, fin dal momento in cui la linea del test era ancora di un flebile rosa.
Ma in un certo senso mi é sempre mancata l'attesa, il desiderio, la trepidazione... sensazioni che oggi sto vivendo e che cerco di assaporare piu' a lungo possibile.
Esco a fare la spesa ed inevitabilmente mi ritrovo a fissare i minuscoli completini da neonato, studio tutti gli ingredienti di bagnoschiuma, olii e cremine varie, mi ritrovo a confrontare le varie marche di pannolini, cerco di prepararmi, curandomi fuori e dentro e mi sento felice, perché so' che prima o poi qualcosa di straordinario accadrà.

Mi auguro presto, ma se cosi non fosse, avro' la pazienza di aspettare che il mio bambino, per il momento una dolcissima fantasia, diventi una meravigliosa realtà con gli occhi scuri e il sorriso del fratellino piu' grande.


lunedì 27 agosto 2012

Parto dolce.Il metodo Leboyer e il metodo Odent.



Una donna prossima al parto non puo’ sapere esattamente cosa la aspetta, ma conoscere le varie fasi che la porteranno a mettere al mondo il suo bambino, puo’ sicuramente aiutarla a partecipare attivamente e con maggiore consapevolezza a questo evento straordinario.Purtroppo oggi la tendenza a una crescente medicalizzazione del parto ne ha messo in secondo piano il lato “umano“, il principio d’amore che porta alla nascita di una creatura nuova.D’altra parte, pero’, aumenta sempre di piu’ l’esigenza di riscoprire tecniche meno invasive e piu’ “gentili” che permettano di vivere questa esperienza nel modo piu’ naturale possibile, che considerino come fulcro di questo particolare momento della vita, non solo la donna, ma la coppia e principalmente il benessere del bambino.

Frédérick Leboyer

Uno dei principali precursori del parto dolce è Frédérick Leboyer ,un ostetrico e ginecologo francese, che ha dato il nome ad una nuova metodologia: il metodo Leboyer.

Nella clinica parigina nella quale lavorò stabilì una serie di condizioni che permettessero al neonato una nascita senza traumi inutili.
Nel metodo da lui descritto i genitori rivestono un ruolo secondario, in quanto ci si concentra essenzialmente sul benessere fisico e soprattutto psichico del nuovo arrivato.

L’interesse deve essere diretto in maniera principale sul “bambino-re”, come egli lo definisce e tutti coloro che partecipano alla sua nascita devono collaborare a questo evento non solo attivamente, ma soprattutto emotivamente.

Ecco i punti su cui si basano i principi del metodo Leboyer:

-Dopo il parto il bambino viene appoggiato sul ventre della madre affinché la sua prima sensazione non sia quella del distacco, ma continui a sentirne il calore e il battito cardiaco, per lui rassicuranti.

-Il cordone ombelicale deve essere clampato e reciso tardivamente (dopo che ha smesso di pulsare) in modo che il piccolo passi gradatamente e in modo meno traumatico alla respirazione polmonare.

-E’ necessario che alla madre e al bambino venga lasciato un po' di tempo per "conoscersi" e che il bagnetto e le procedure mediche post-parto vengano effettuate successivamente.Il bimbo si accosterà al seno e inizierà a succhiare, creando il bonding con la mamma, cioé il legame fisiologico che favorisce l’allattamento naturale.

-Qualora possibile tutte le operazioni che coinvolgono il bambino dovrebbero avvenire in modo molto delicato, evitando rumori, movimenti bruschi e luci troppo intense, nel pieno rispetto di questo momento.

-Le sale parto dovrebbero corrispondere a questa esigenza, dovrebbero essere quindi degli ambienti confortevoli, isolati acusticamente e senza luci troppo intense.

Il metodo Leboyer non prevede la presenza né del papà, né di altri uomini in sala parto.Come egli afferma “La gravidanza è per la madre come un viaggio mistico, un pellegrinaggio al quale l’uomo non può partecipare ma dirsi pronto ad attendere la fine di esso”.Negli ospedali in cui si pratica il parto dolce, tuttavia, questa regola non viene in genere rispettata, dando al padre la possibilità di partecipare attivamente al parto, sostenendo e aiutando la sua compagna durante il travaglio e, se possibile, lasciando che sia lui a fare al neonato il suo primo bagnetto.

Michel Odent
 
“Non si potrà mai cambiare la società se non si cambia il modo di mettere al mondo i propri figli.” Queste parole sono di Michel Odent, noto ginecologo francese che attualmente lavora a Londra, famoso in tutto il mondo per il suo metodo della nascita senza violenza.

Egli afferma che in un parto la donna deve essere coinvolta in prima persona e, a differenza di quanto invece sostiene Leboyer, deve essere lasciata libera di muoversi e urlare senza alcuna costrizione, in modo che sia essa stessa a trovare la maniera migliore per dare alla luce il suo bambino.L’evento della nascita può avvenire cosi in modo completamente naturale, rispettando semplicemente la fisiologia del parto e il bambino puo’ essere accolto in modo sereno e affettuoso in un ambiente calmo, rilassato e familiare.

Michel Odent ha anche consolidato la modalità del parto in acqua, una tecnica che ebbe vita negli anni `60 dal medico russo Igor Tjarkowskij.

Durante gli esperimenti, il dottor Odent, aveva osservato che alcune donne incinte, lasciate immergere in acqua solo per ricevere sollievo dal dolore, avevano espresso resistenza nell’uscire dal liquido nel momento del parto. Decise così di studiare nei dettagli i vantaggi e i possibili danni del partorire un bambino in acqua.Egli analizzo` come l’immersione in acqua durante il parto, non solo riducesse le contrazioni uterine e il tempo del travaglio, ma aumentasse nel contempo l`elasticità del canale del parto e del perineo, con una conseguente riduzione della necessità di episiotomie e accrescesse sensibilmente la soddisfazione materna e il senso di controllo della donna sul proprio corpo.
Oggi il parto in acqua è una pratica consolidata in molti ospedali e sempre piu' richiesta dalle mamme.

Ospedale Cannizzaro Catania

In Italia resta molto bassa la percentuale degli approcci alternativi durante il parto: le strutture idonee al parto in acqua, ad esempio, sono distribuite prevalentemente nel centro-nord Italia, cosi come anche le case di maternità. Bisogna comunque evidenziare le presenza di molte strutture ospedaliere che supportano le varie modalità di parto dolce ( con la musica o con il rooming in, per es.) per garantire alla futura madre tranquillità nel travaglio, anche se và senza dubbio accresciuto l’impegno a valorizzare il più possibile l’aspetto naturale e intimo della nascita e a ridurne la sua esagerata medicalizzazione.



 
 

venerdì 24 agosto 2012

Il parto naturale





Il parto è il processo che avviene alla fine della gravidanza, quindi al termine delle 40 settimane previste. La maggior parte dei bambini nasce di solito due settimane prima o dopo la data presunta del parto;soltanto il quattro per cento nasce nella data in cui è previsto il termine.

In ostetricia si definisce parto l'espulsione spontanea o l'estrazione strumentale del feto e degli annessi fetali dall'utero materno.Il parto può distinguersi in "eutocico" o "fisiologico" se avviene spontaneamente, oppure in "distocico" o "non fisiologico" se, in seguito a complicazioni, è necessario l'intervento medico.
Il parto può essere suddiviso in 4 fasi:
La fase prodromica (latente)
La fase dilatante
La fase espulsiva
Il secondamento
La fase prodromica e latente vengono influenzate nella loro durata da molti fattori interni ed esterni. La loro funzione dal punto di vista evolutivo è quella di preparare la donna al travaglio. I segnali fastidiosi e dolorosi che vengono inviati devono infatti mettere all'erta la gestante, avvisandola dell'imminenza del parto. Queste prime fasi rappresentano il travaglio che comincia con forti e regolari contrazioni uterine accompagnate da modificazioni a carico della cervice (assottigliamento e dilatazione).
La fase prodromica può avere una durata molto variabile da donna a donna; a volte puo’ protrarsi anche per alcuni giorni.Si avverte di solito un maggiore stimolo ad urinare, poiché il feto si impegna nel bacino e si prepara con la testa ad entrare nel canale uterino e dei dolori simili a quelli mestruali, nella parte bassa dell’addome, con conseguente indurimento di tutta la pancia.Queste contrazioni sono irregolari e nella maggior parte dei casi, non dolorose. Si distinguono dalle contrazioni valide per la loro breve durata, quindi inferiore ai 30'.Durante la fase podromica, non avviene dilatazione.

L'inizio del travaglio vero e proprio , viene detto fase latente: le contrazioni diventano progressivamente più coordinate, il fastidio è meno intenso e il collo si appiana e si dilata sino a 4 cm. La sua durata è variabile e non deve erroneamente essere considerata come fase di travaglio attiva (alimentando di conseguenza aspettative in ordine di tempi e ritmi che sono di pertinenza del travaglio attivo). Tra la fase latente e la fase dilatante o attiva vi è un periodo detto di transizione che può durare fino ad 1 ora.

La fase dilatante è caratterizzata da una dilatazione di 3 cm con appianamento del collo dell’utero e contrazioni regolari avvertite dalla donna come dolorose e/o rilevate dall’ostetrica con frequenza inferiore ad 1 ogni 5 minuti. Nella seconda parte della fase attiva la dilatazione è completa e spesso proprio in questo momento avviene la rottura spontanea delle membrane amniotiche ("rottura delle acque"). Tuttavia quest'ultima può presentarsi spontaneamente anche prima della dilatazione completa (rottura precoce delle membrane) e addirittura anche prima dell'inizio del travaglio (rottura pretravaglio delle membrane o PROM).

La fase espulsiva è quella che porta alla nascita del bambino, dunque si tratta del momento più coinvolgente e impegnativo del parto. La sua durata è variabile, generalmente è più lunga (oltre un’ora) se si tratta del primo figlio. Questo perché il corpo ha memoria dei parti precedenti e, se non é il primo parto, a livello mentale la mamma sa già di cosa si tratta ed è più facile per lei “lasciar andare” il bimbo.
La fase espulsiva comincia quando la dilatazione è completa. In essa si svolgono i principali fenomeni meccanici del parto ovvero tutti quei movimenti e quelle rotazioni che il feto deve compiere all'interno del canale del parto per poter nascere.La partoriente comincia ad avvertire i premiti, cioè una sensazione impellente di spingere, come se dovesse andare in bagno. Il bambino scende lungo il canale vaginale, flette la testolina col mento verso il torace in modo da ridurre al minimo le sue dimensioni e contemporaneamente compie parziali rotazioni, per adattare nei vari passaggi i suoi diametri a quelli del bacino.
Una volta uscita la testa, il piccolo, aiutato da un’altra contrazione, compie un’ultima rotazione, di circa 45 gradi, per liberare le spalle e nascere.

La fase di secondamento è il processo che consiste nella fuoriuscita di placenta, cordone ombelicale e membrane; avviene in tre fasi e la sua durata varia da donna a donna. Inizialmente c'è il distacco della placenta e delle membrane dalla parete uterina e la loro caduta nella parte più bassa dell'utero; in un secondo momento passano in vagina; infine vengono espulsi dalla vagina verso l'esterno. Il processo di distacco della placenta e degli annessi fetali si verifica a distanza di alcuni minuti (da 5 a 40) dalla nascita, favorito dalle ultime contrazioni spontanee.Una volta espulsa, la placenta deve essere esaminata dall’ostetrica. Dopo averla stesa su un piano, se ne deterge la superficie con una garza, tamponandola delicatamente per constatare che sia integra e che non siano rimasti residui all’interno dell’utero.
Questa verifica è indispensabile perché, se mancassero delle parti, si renderebbe necessario l’intervento del medico per fare in modo che venga espulsa completamente.



Finito il secondamento la mamma verrà pulita e, qualora avrà subito qualche lacerazione o l'episiotomia, verranno applicati dei punti di sutura, preceduti da una leggera anestesia locale.
L’operazione può durare abbastanza a lungo perché va effettuata con cura per ricollegare correttamente i muscoli.
In alcuni ospedali spesso si dà ai genitori l’opportunità di starsene per un po' di tempo tranquilli con il loro bambino subito dopo le cure essenziali.
Nelle ore che seguono l'espulsione della placenta, si resta in sala parto sotto sorveglianza per controllare che non si verifichino delle complicazioni. Durante questo periodo vengono controllati il polso, la pressione arteriosa, le perdite ematiche, la temperatura: se tutto procede bene la mamma potrà ritornare nel suo lettino e riposare tranquilla.

giovedì 23 agosto 2012

L'odissea della vita.

Il termine concepimento, sinonimo di concezione, deriva dal latino cum capere, cioè "accogliere in sé" o "prendere insieme" ed indica l'atto del concepire un figlio.
Dietro questo atto si nasconde un'avventura meravigliosa.Una descrizione intensa ed emozionante é stata fatta da un documentario, trasmesso qualche tempo fà dalla Rai: L'Odissea della vita.
Oltre il video, un frammento scritto di questa meravigliosa storia riguardante il concepimento.




Ci tufferemo nel cuore di questa odissea di nove mesi, misteriosa e miracolosa: la nascita di un bambino.
All’inizio, come si sa, il seme viene deposto dall’uomo nel grembo della donna; gli spermatozoi sono milioni, una marea, un torrente.
Moriranno tutti.Tutti, tranne uno.
Agitando i flagelli gli spermatozoi avanzano per delle ore, millimetro dopo millimetro, ostacolo dopo ostacolo:
la vagina, con la sua acidità micidiale, il passaggio ostacolato dal collo dell’utero e l’utero stesso.
Un vero percorso da combattenti.
I piu’ fragili, i malformati e i ritardatari capitolano; altri restano intrappolati o si smarriscono.
Potenti correnti frenano la navigazione, dei flutti fanno ondulare un tappeto di ciglia che ostacola il loro avanzamento:
é pertanto l’incontenibile forza della vita che li spinge senza sosta in avanti.
Alla fine del lungo tunnel oscuro, come un astro misterioso, l’ovulo …
Basta un solo spermatozoo, uno solo, che si accosti all’ovulo, lo penetri e si fonda con lui, perché nasca una speranza di vita!
Ognuno di questi milione di spermatozoi porta dentro di sé il proprio segreto.E’ in questo momento che si gioca la lotteria dell’esistenza.
Ormai non sono piu’ di un centinaio ad esplorare la superficie dell’ovulo; soltanto alcuni riusciranno a intrufolarsi fino alla capsula, formidabile armatura protettrice.
Ultime agitazioni! Ultime frenesie …
Ad un tratto uno fra questi finisce per trovare la via.
Ecco! E’ lui!Il solo! L’unico!
Appena trafitta, la corazza si indurisce e gli altri spermatozoi urtano contro una barriera invalicabile; per loro, il viaggio è ormai finito … pur cosi vicini alla meta!
Per il vincitore il lungo viaggio continua; perde il suo flagello, ormai diventato inutile e libera il suo tesoro.
Il patrimonio genetico dell’uomo si unisce a quello della donna; da questa unione nascerà una cellula unica al mondo.
Sogno d’amore, frutto del desiderio … già traccia di vita… un uovo!
Da questo momento tutto è già scritto, o quasi.
Ad un tratto il processo si accellera; una nuova vita si definisce.Una nuova avventura comincia.
L’uovo, all’istante, si divide in due, poi in quattro, otto, sedici, trentadue cellule identiche;
Dopodichè, intraprende un lento e lungo viaggio.
Al terzo giorno della sua spedizione si immerge in un’ enorme grotta, che gli sarà presto familiare: l’utero.
Al sesto giorno, l’uovo esce dal suo guscio e si posa delicatamente sulla parete di questo accogliente rifugio; si costruisce un nido, dove si installa -salvo imprevisti- per nove mesi.
Man mano che l’uovo sprofonda nella soffice parete dell’utero, si trasforma in modo radicale: comincia ad elaborare dei collegamenti con il suo ambiente.E’ la futura placenta, base che permetterà scambi permanenti con il corpo della mamma.Contemporaneamente al centro si viene a formare un disco.L’uovo si trasforma e diventa embrione: ha 14 giorni ed è piu’ piccolo della testa di uno spillo.
Qualche giorno dopo, l’embrione si è notevolmente ispessito.Adesso riposa, proprio al centro di due sacche piene di liquido.
Un incredibile sequenza di trasformazioni lo sconvolge.Comincia la formazione del sistema nervoso, sul dorso si inarca come una grondaia, poi come un orlo si richiude su tutta la sua lunghezza e diventa un tubo.Questo é il futuro midollo spinale.Due cuscinetti giganti sono i futuri emisferi celebrali.In questo tempo, l’embrione si attorciglia su sé stesso.
Un cuore rudimentale prende forma, si disegnano i vasi, si abbozza il sistema circolatorio.
Ora, fermiamoci un istante su un fenomeno misterioso fra tanti altri.
Una storia di cuore.
Un cuore che batte.
Le cellule del futuro cuore si animano una dopo l’altra e si mettono a pulsare all’unisono.
Questo ritmo primario è il tamtam della vita!
La pompa del cuore…la macchina della vita, si è messa in moto!

martedì 21 agosto 2012

Taglio cesareo.Cos'é, come avviene, i rischi.






Chi decide se avro’ un taglio cesareo?
Quando un cesareo è necessario?
Come si svolgerà?
Quali conseguenze un taglio cesareo avrà sul mio bambino?
Dopo un taglio cesareo, potro’ partorire il mio secondo bambino con un parto naturale?

Sono tante le domande che una mamma si pone quando si prospetta la possibilità di dover programmare un cesareo.E anche chi non ha particolari problemi, non puo’ fare a meno di chiedersi cosa potrebbe accadere nel caso si debba procedere con un cesareo d’urgenza.

Cos’ è

Il taglio cesareo (TC) è un intervento chirurgico per mezzo del quale il ginecologo procede all'estrazione del feto.
Può essere programmato,ad esempio nel caso di una donna che sia già stata sottoposta a TC,per la presenza di patologie materne (distacco della retina, pregressi interventi sull’utero, gravi problemi vertebrali che impediscono il travaglio e il parto naturale), di patologie fetali (malformazioni che potrebbero aggravarsi durante il parto), di condizioni ostetriche (presentazione podalica o mal posizioni), gravidanze gemellari (primo feto podalico), di sproporzione feto-pelvica o placenta previa.Il parto programmato deve essere effettuato fra la 38° e la 39° settimana. Puo’ succedere pero’ che anche durante il travaglio si possano verificare condizioni impreviste in cui il ginecologo pone indicazione al cesareo in urgenza, per sofferenza fetale (alterazioni del battito cardiaco fetale al tracciato cardiotocografico), se il travaglio non si svolge con la necessaria velocità, o per distocia cervicale ( mancata dilatazione del collo uterino).
Si possono verificare anche condizioni improvvise che impongono tempi di risposta ancora più rapidi: rottura dell’utero, distacco di placenta, prolasso del funicolo, sofferenza fetale grave in fase espulsiva. In tali casi il cesareo viene realizzato in emergenza.
L’anestesia, in condizioni di urgenza o emergenza, può essere di non facile esecuzione sia per le condizioni che caratterizzano la donna gravida, sia per la mancanza di preparazione della donna all’intervento.
In tutti i casi in cui il cesareo venga effettuato in condizioni di urgenza o emergenza il rischio di complicanze per la mamma ed il neonato aumenta.




Come avviene


La procedura chirugica dura circa un’ora.Dall’inizio dell’intervento alla nascita del bambino passano invece circa 5-10 minuti.
La mamma viene preparata inizialmente con la tricotomia (rasatura dei peli sovrapubici) per evitare infezioni della ferita. Il medico di turno effettuerà la visita ostetrica di accettazione. L'ostetrica si occuperà della compilazione della cartella clinica rilevando la pressione arteriosa, il battito cardiaco fetale e dosando l'albuminuria.
Previa disinfezione dei genitali esterni sarà applicata una sonda urinaria per evitare i rischi di perforazione della vescica durante l'incisione dell'addome.
Sarà quindi infusa la terapia antibiotica e, in base al tipo di anestesia scelta, la donna sarà sottoposta a terapia idratante.
Pochi minuti prima di accedere alla sala operatoria è prevista, se prescritta, la preanestesia.
Il taglio cesareo può essere eseguito in anestesia subaracnoidea, anestesia epidurale o anestesia generale.
Fino alla fine degli anni ottanta il taglio cesareo veniva effettuato solitamente in anestesia generale. Oggi invece, quando possibile, è effettuato in anestesia locale, grazie alla quale la paziente restando sveglia e cosciente durante l'intervento, e può partecipare con consapevolezza alla nascita del suo bambino.
Nel caso di un taglio cesareo d’urgenza, le procedure adottate saranno le stesse;talvolta, però, sarà necessario eseguire in tempi brevi gli esami ematochimici urgenti, l'elettrocardiogramma e la visita anestesiologica
In sala operatoria sarà presente il personale infermieristico, l'anestesista, i ginecologi che eseguiranno l'intervento, l'ostetrica che accoglierà nelle sue mani il bimbo, il pediatra, l'infermiera del nido che coadiuva il medico durante la prima visita neonatale.
Successivamente, si copre il campo operatorio con teli sterili in modo che la paziente non riesca a vedere l’addome.La donna rimane sdraiata sulla schiena con le braccia incrociate, che a volte vengono bloccate con una garza per impedire interferenze con il campo chirurgico, oppure con il braccio destro disteso verso l’esterno sul reggibraccio, in modo da consentire l’applicazione degli elettrodi e del saturimetro.
Si procede quindi con il taglio dell’addome e dell’utero, che può avvenire con due diversi tipi di incisione: longitudinale (verticale) oppure trasversale (orizzontale). La prima, che prevede un taglio che va dall’ombelico al pube, è la più veloce e, di conseguenza, è la più utilizzata nei casi di emergenza, perché permette di estrarre il piccolo più rapidamente. In condizioni normali però, è la meno preferibile, soprattutto per motivazioni estetiche, considerato che lascia una cicatrice ben visibile.
Nell’incisione trasversale, invece, il taglio viene effettuato a livello del margine superiore dei peli del pube che, ricrescendo, nascondono la cicatrice.
Dopo l’inizio del cesareo, la donna sentirà toccarsi l’addome e noterà un po’ pressione. Al momento dell’estrazione del bambino si sentirà una spinta più forte sulla parte superiore del corpo, che può essere fastidiosa. Generalmente i ginecologi avvertono che il feto verrà tirato fuori e che si può sentire tale spinta.
Dopo aver estratto il bimbo, si estrae la placenta e si procede alla sutura dell'utero dopo aver accuratamente deterso la sua cavità.L'intervento si conclude con la chiusura degli strati precedentemente resecati, tranne che del peritoneo della plica vescico-uterina e del peritoneo parietale i quali, sebbene lasciati "aperti" si richiudono da soli e meglio di quanto possano fare i punti, già nelle prime 1 - 2 ore dall'intervento stesso.
Terminato l'intervento la madre è riaccompagnata in una stanza della sala travaglio dove rimane per circa 2 ore, assistita da un parente; l'ostetrica provvederà a controllare le perdite ematiche, i parametri vitali (pressione, polso, diuresi) e la terapia infusiva post-operatoria.
Trascorse le due ore del post-partum, l'ostetrica, con l'aiuto dell'ausiliaria, eseguirà un accurato bidet, sostituirà la biancheria sporca del letto prima dell'accompagnamento nel reparto di ostetricia.


Post-parto  

Dopo il parto cesareo, la neomamma avrà probabilmente bisogno di rimanere in ospedale da quattro a sette giorni.I punti vengono rimossi generalmente quattro o cinque giorni dopo l’intervento e se tutto procede bene, la paziente viene dimessa subito dopo.
All’indomani del taglio cesareo, la mamma dovrà alzarsi per scongiurare complicazioni dovute ad incidenti vascolari e per ripristinare le normali funzioni intestinali.
Dopo il parto cesareo le perdite ematiche, date dall'eliminazione della mucosa uterina superficiale, sono piu' abbondanti rispetto a quelle di un post parto naturale, e le contrazioni dell'utero (12 - 24 ore dopo l'intervento), che ritorna lentamente ad una dimensione normale, sono piu' dolorose in quanto si sta cicatrizzando l'incisione fatta durante il parto. Anche per questo, per un paio di giorni potrebbero essere somministrati degli antidolorifici.
In ogni caso,nel giro di un paio di giorni l'intensita' delle contrazioni diminuira' sensibilmente e si riuscirà a muoversi sempre meglio.




I rischi

Il parto cesareo è una pratica chirurgica addominale e come tutti gli interventi comprende alcuni rischi e imprevisti. I più frequenti, in genere,sono la possibilità di una perdita di sangue maggiore del previsto ed episodi febbrili. Inoltre, il forzato riposo a letto, e l'intervento stesso, possono anche favorire l'insorgere di flebiti, e tromboflebiti: di solito si risolvono senza grossi problemi, anche se, in casi molto rari, si possono avere ulteriori complicazioni. Come in qualsiasi intervento in cui si apra la cavità addominale può anche verificarsi un ritardo nella canalizzazione.Questa evenienza, sia pur rara dopo taglio cesareo, può, in casi estremi bloccare la funzione intestinale: in una percentuale di 1 caso su 1.000 può rendersi necessario un secondo intervento chirurgico. Anche la funzione urinaria può stentare a riprendere, dopo aver tolto il catetere: in genere è dovuto alla difficoltà a riprendere il coordinamento dei piccoli muscoli che la regolano. Tutti questi sono rischi generici, impliciti un pò in qualsiasi intervento chirurgico addominale, ma tuttavia da tener presente, specie considerando la loro minore incidenza con parto vaginale eutocico (ossia svoltosi senza problemi).
Accanto a questi rischi cosidetti impliciti, vi sono quelli difficilmente prevedibili, da quelli più semplici come una lacerazione della parete vescicale a quelli più gravi, che tuttavia ricorrono in ostetricia con una frequenza inferiore ad 1 su 3.000.

Per quanto riguarda il feto, valutare i rischi che corre durante il cesareo non è molto semplice, perché questi non dipendono soltanto dall’intervento, ma anche dal momento in cui esso viene efettuato e dalla condizione patologica che a volte puo’ richiedere un’azione tempestiva.
Le complicanze piu’ frequenti, comunque, sono:
-Sindrome da stress respiratorio
-Depressione fetale, spesso legata all’anestesia.
-Trauma per lesione diretta da bisturi o per manovre di estrazione.
Anche in questo caso comunque, le complicazioni ricorrono con una frequenza molto bassa.



Dopo il cesareo il parto vaginale è possibile.

Il parto vaginale dopo taglio cesareo è sicuro. Questa è la conclusione di un comitato di esperti dei National Institutes of Health degli Stati Uniti.
Gli esperti dicono che non vengono offerte la possibilità di parto vaginale, anche quando molte donne hanno un basso rischio di complicanze. Di per sé, non c’è ragione per la donna che ha subito un taglio cesareo a subire necessariamente un altro intervento, se si vuole un parto vaginale.
Il comitato usa la ricerca per stabilire che un tentativo di parto naturale dopo un cesareo ha quasi il 75% tasso di successo. Il rischio di mortalità è più basso se alla donna è data come opzione il parto vaginale, anche se alla fine è necessario eseguire un parto cesareo. L’evidenza attuale rende chiaro che è possibile la scelta del parto naturale e in molte donne può essere preferibile.
La rigorosa ricerca citata effettuata negli Stati Uniti ha mostrato che il 30% degli ospedali non offrono più alla madre la possibilità di parto vaginale se ha subito un cesareo precedentemente. Alcuni esperti temono che le incisioni del taglio cesareo possono essere rotte dalle contrazioni, che rappresentano un pericolo per la madre e il bambino. Tuttavia, gli studi indicano che questo rischio è inferiore all’1%.
C’è ancora molta ignoranza su come le donne possono avere un parto naturale dopo un cesareo, ma gli esperti ritengono che i desideri e le preferenze delle donne dovrebbero essere rispettate.
Ogni opzione ha i suoi rischi e benefici, le rotture uterine sono più comuni nei tentativi di parto naturale, ma d’altro canto, le donne con un parto vaginale dopo un taglio cesareo hanno un minor numero di anormalità nella crescita e nella posizione della placenta nelle gravidanze future.
( Fonte: Elmundo.es )

lunedì 20 agosto 2012

Inizia il viaggio: la gravidanza da 0 a tre mesi


L’esperienza della gravidanza difficilmente si può trasmettere a parole, ogni gravidanza è una storia a sé, personale, unica.
Il primo trimestre, che  corrisponde alle prime tredici settimane, è la fase più importante per il successivo proseguimento della gravidanza.

Si parte da due singole cellule per arrivare alla fine del terzo mese di gravidanza in cui è già definita in gran parte la fisionomia del bambino, cioè vi sono già le prime caratteristiche fisiche: braccia, gambe, dita, orecchie e le cartilagini iniziano a trasformarsi e iniziano a formarsi le unghie; è già riconoscibile il sesso.

Ancora prima del ritardo mestruale e del test di gravidanza positivo, gli ormoni, soprattutto estrogeni e progesterone, aumentano portando i primi mutamenti del corpo. È soltanto con il “salto mestruale” che iniziano i primi segni esteriori, insieme all’aumento del volume delle mammelle, alla nausea, ai cambiamenti della sensibilità al gusto ed all’olfatto.
Verso la sesta-ottava settimana di gravidanza l’utero aumenta di volume e la vagina e la vulva appaiono soffici.
Verso la decima settimana di gravidanza inizierà ad aumentare il peso, le mammelle si appesantiscono e crescono danno sensazione di tensione, aumenta il volume del sangue, cuore e polmoni devono lavorare di più, lo stimolo a urinare è molto forte e la nausea si attenuerà soltanto verso la dodicesima-quattordicesima settimana. Compare spesso la stitichezza perché la motilità intestinale si riduce. Sono frequenti doloretti di tipo simil mestruale; è importante non fare sforzi eccessivi e seguire i ritmi del proprio corpo assecondando il sonno ed il bisogno di riposo. Aumenta la voglia di dormire, se nausea e vomito non sono intensi vi è anche aumento dell’appetito. Si abbassa la pressione ed aumentano i battiti cardiaci.

Possono avvenire piccole perdite ematiche, ma non sono sempre segno di minaccia di aborto; se cio' accade avvertite il vostro ginecologo di fiducia che saprà tranquillizzarvi e consigliarvi su accertamenti e comportamenti. Se la perdita di sangue è abbondante ed è superiore alla perdita mestruale avverta immediatamente il suo ginecologo di fiducia o si rivolga alla struttura ospedaliera di riferimento per la zona dove si vive.
Se è vero che nel primo trimestre vi è il maggior rischio di aborto spontaneo è anche vero che questo può avvenire anche senza alcuna sintomatologia e che spesso la causa rimane sconosciuta. Non avendo ancora modificazioni importanti del corpo e non avvertendo ancora i movimenti fetali sono frequenti ansie e paure, esponetele al vostro ginecologo di fiducia che ha anche il ruolo di rassicurarvi.
È buona norma evitare radiografie o eseguirle proteggendo l’addome, da non usare i mezzi di contrasto.
È bene evitare esposizione ad agenti tossici come l’ossido di carbonio, cadmio, piombo (smog) ed evitare o ridurre le cosiddette cattive abitudini (fumo, alcool, eccessi alimentari). Sono nocivi anche i collanti ed in genere gli ambienti fumosi.
È utile smettere di fumare o almeno ridurre al di sotto delle 10 al giorno. La nicotina può causare invecchiamento precoce della placenta e basso peso alla nascita. L’alcool, soprattutto l’abuso (non certo un bicchiere di vino ai pasti o una birra con la pizza!) può creare malformazioni fetali.
Sono da evitare nel limite del possibile i farmaci ma non è vero che in gravidanza non si può assumere niente, parlatene con il vostro ginecologo saprà indicarvi i farmaci che si possono assumere in gravidanza, sono da evitare antistaminici ed alcuni antidepressivi ma vi sono farmaci alternativi che permettono di fronteggiare i disagi allergici e dell’umore. Non è vero che non si possono effettuare cure odontoiatriche, è sufficiente che venga usata una anestesia senza adrenalina e antibiotici prescritti con la consulenza del vostro ginecologo.

Nel primo trimestre di gravidanza sono frequenti nausea vomito e difficoltà digestive (queste anche nel resto della gravidanza) controllateli, se non gravi o particolarmente intensi, con piccoli e frequenti pasti leggeri e semplici presidi medici. Se il vomito è intenso si possono usare con cautela e senza abuso alcuni farmaci; se però compare la cosiddetta iperemesi gravidica sarà utile il ricovero ospedaliero per le terapie atte a superare la crisi ma soprattutto per reintegrare liquidi e fattori salini e proteici, arrivando alla nutrizione parenterale nei rari casi più gravi.
Nel primo trimestre e per tutta la gravidanza vi verrà consigliata l’assunzione di acido folico.
(Fonte: ASSOCIAZIONE ITALIANA EDUCAZIONE DEMOGRAFICA)


 


Settimana dopo settimana.

Vediamo cosa accade quindi settimana per settimana in uno schema riassuntivo:
-1ª settimana di gravidanza:la futura mamma ha il ciclo mensile.Se si programma una gravidanza é consigliata l'assunzione dell'acido folico a partire dalle quattro settimane prima del concepimento.
-2ª  settimana di gravidanza:ovulazione.L'ovocita viene espulso dalle ovaie in corrispondenza di un picco di ormoni LH ed estrogeni.
-3ª  settimana di gravidanza:uno spermatozoo , che dalla vagina ha viaggiato attraverso l'utero, riesce ad entrare in contatto con l'ovulo, arrivato dall'ovaio; avviene la fecondazione.
-4ª settimana di gravidanza: l’embrione si impianta nell'utero.Potranno verificarsi delle perdite di sangue, definite “perdite da impianto”, ma non é nulla di allarmante.
-5ª settimana di gravidanza: compaiono testa e coda.Per molte donne il primo sintomo di gravidanza è il ritardo e quindi la mancanza del ciclo mestruale.
-6ª settimana di gravidanza:prende forma la testa, ha la sua spina dorsale e il sistema nervoso inizia a formarsi.
-7ª settimana di gravidanza:Il cuore del feto inizia a svilupparsi.Il viso assume fisionomia umana.Potrebbero manifestarsi le prime nausee mattutine.
-8ª settimana di gravidanza: il viso continua a definirsi.Il sistema nervoso si sta sviluppando velocemente e specialmente il cervello.Generalmente viene effettuata la prima ecografia per via transvaginale,per verificare anche che la gravidanza non sia extrauterina e per vedere e sentire il battito fetale.
-9ª settimana di gravidanza: si sviluppa il diaframma.
-10ª settimana di gravidanza: l'embrione diventa feto. In questo periodo si effettua l'ecografia per datare la gravidanza e si effettuano i vari esami.
-11ª settimana di gravidanza: il feto sbadiglia, succhia e deglutisce.Il cordone ombelicale è completamente formato e funziona portando nutrimento al feto e allontanando le sostanze di rifiuto.
-12ª settimana di gravidanza: movimenti riflessi e sorrisi. Il feto è lungo circa 8 cm in e pesa 60 grammi.
Arrivate a questo punto le probabilità di aborto spontaneo sono molto ridotte.E’ questo il periodo in cui molte donne annunciano la gravidanza.
-13ª settimana di gravidanza: il feto sviluppa l’udito.L’utero della mamma si sta allargando e inizia ad uscire dalla cavità pelvica . Il feto muove facilmente la testa.

Esami.
Una volta effettuato il test, occorre fissare l'appuntamento con il proprio ginecologo, in genere tra l' ottava e la decima settimana. Questo effettuerà una visita completa che comprende:
  • Esplorazione vaginale.
  • Esami ecografici.
  • Misurazione della pressione arteriosa e del peso corporeo.
  • Esami del sangue ed analisi delle urine.
  • Test generici per le malattie veneree.
  • Esame di translucenza nucale per l’individuazione della sindrome di Down.
Il prelievo del sangue sarà utile per determinare il tuo gruppo sanguigno e il fattore Rh che, se diverso da quello di tuo figlio, potrebbe dare seguito a delle complicanze e per controllare la presenza di anticorpi della rosolia nel tuo sistema immunitario perché, se all’inizio della gravidanza si dovesse verificare la rara evenienza d’infezione da rosolia, potrebbero sussistere enormi rischi di malformazione del feto, tra cui il ritardo mentale.
In base alle necessità si potrebbero eseguire anche altri controlli, come un esame sierologico per individuare con più certezza una possibile sindrome di Down in tuo figlio e una villocentesi per confermare la presenza di anomalie cromosomiche.

venerdì 17 agosto 2012

La datazione della gravidanza

Età gestazionale, età concezionale ed età ultrasonografica




 
Sappiamo bene che la gravidanza dura in media 40 settimane, quindi 280 giorni, cioè 9 mesi+ una settimana o, se si preferisce, 10 mesi lunari (mesi di 28 gg).
Per contare le settimane di gravidanza, ginecologi e ostetriche partono dalla data dell'ultima mestruazione (cioè il primo giorno dell'ultimo ciclo).
La ragione è molto semplice: la data dell'ultima mestruazione è facilmente individuabile e, di conseguenza, i conti sono più precisi.Questa viene definita età gestazionale (E.G.)
Gli operatori usano dire ad esempio che la donna “è alla 12+3 settimane”; significa che l'epoca corrisponde alla 12^ settimana di gestazione più 3 giorni, quindi si è nel corso della tredicesima settimana. Dopo il “+6” si passa alla settimana successiva.

L'età concezionale é invece l' epoca della gravidanza calcolata in base alla data del concepimento.
Il concepimento avviene durante la fase ovulatoria, che generalmente coincide con il 14° giorno del ciclo, ma in realtà tale giorno varia da donna a donna: molte donne ad esempio presentano cicli irregolari o non ricordano la data dell’ultima mestruazioni oppure presentano delle perdite similmestruali anche dopo l’avvenuta fecondazione dell’ovulo.
Proprio a causa di queste variazioni spesso si va incontro alla “ridatazione”, quindi la data presunta del parto viene rivalutata ecograficamente (età ultrasonografica) in base alla misurazione del CRL dell’embrione (lunghezza cranio-caudale) e, dunque, in base a questi parametri varierà anche l’età gestazionale.



Calcolare la data del parto.

Per calcolare l’epoca della gravidanza e quindi la data presunta del parto (D.P.P ) si può usare il regolo ostetrico,oppure, se la donna presenta un ciclo regolare di 28 giorni, si puo’ricorrere utilizzando la cosiddetta “Regola di Naegele”.
Ecco cosa stabilisce questa regola:
per calcolare la data presunta del parto sarà sufficiente aggiungere 7 giorni al giorno in cui è avvenuta l’ultima mestruazione e sottrarre 3 mesi dal risultato ottenuto.
Per esempio, se l’ultimo ciclo si fosse presentato l’11 Aprile dovreste effettuare il calcolo in questo modo:
11 + 7 = 18, 18 Aprile, dalla indicazione del mese relativa all’ultima mestruazione vanno sottratti 3 mesi, quindi si otterrà Gennaio ed ecco che la data presunta del parto si collocherebbe nel giorno 18 di Gennaio.

 
Regolo ostetrico

 
 
I gruppi di età gestazionale.

I gruppi di età gestionale riconosciuti dall`OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sono:
- pre-termine: meno di 36 settimane complete (ossia meno di 259 giorni);
- termine: dall’inizio della 37° fino a 41 settimane complete (ossia da 259 a 293 giorni). In Italia invece vengono considerati bambini a termine quelli che abbiano già compiuto la 37° settimana completa di gestazione (265 giorni);
- post-termine: dall’inizio della 42° settimana completa o più (ossia 294 giorni o più).

 



In breve:

Riassumendo, l’età gestazionale è l'epoca in settimane + giorno (es. 12+3) calcolata dal primo giorno dell'ultima mestruazione. Essa corrisponde praticamente al tempo trascorso in assenza di nuove mestruazioni.
L'età concezionale é  l'epoca della gravidanza calcolata in base alla data del concepimento.
L’età ultrasonografica è l'epoca in settimane + giorni calcolata ecograficamente in base alle misure del feto.


 

giovedì 16 agosto 2012

La valigia per il bebé

Abbiamo parlato di quello che occorre alla mamma nei giorni di ricovero in ospedale per il parto.
Anche per l'abbigliamento del bambino, come per il necessario per la mamma, viene generalmente fornita una lista dall'ospedale, differenziata a seconda della stagione della nascita, quindi é sempre bene informarsi nella propria struttura sanitaria per evitare di portare cose inutili e dimenticare il necessario.
Di solito viene richiesto di preparare 4 sacchetti di cambi completi di etichetta con il nome del bambino o della mamma e suddivisi per giorno da consegnare alle puericultrici la sera o al mattino.
Ecco in genere cosa viene richiesto:


  • 4 / 5 tutine (o ghette e coprifasce), in cotone a manica lunga d'estate, in ciniglia d'inverno
  • 4/5 body (o maglietta intima, mutandine e calzini), in cotone
  • 4/5 calzini in cotone per l'estate, in lana leggera per l'inverno.
  • Camicino portafortuna in seta o cotone
  • 5/6 Bavaglini
  • Muffole di cotone
  • 1 lenzuolino di cotone
  • 1 asciugamano piccolo e morbido
  • 1 accappatoio per neonato
  • pannolini 3/5 chili
  • 1 detergente
  • pasta all'ossido di zinco
  • garze e retine per la medicazione del moncone ombelicale
  • 1 ciuccio
Per le dimissioni:
  • 1 ricambio completo
  • Golfino/giacca/tutina piuma oca a seconda della stagione
  • Cappellino e sciarpina (quest'ultima in inverno ovviamente)
  • 1 Copertina cotone o lana per le dimissioni, a seconda della stagione
In piu':

Preparare la navicella o l'ovetto da farsi portare per il rientro a casa.


Qui la versione stampabile:









mercoledì 15 agosto 2012

Alimentazione in gravidanza

Quando si scopre di aspettare un bambino, una delle prime domande che ci si pone é quella sull'alimentazione : quali alimenti vanno evitati?Cosa e quanto mangiare?
E' molto importante che l'alimentazione in gravidanza non si discosti molto da quella che dovrebbe essere seguita in ogni altro periodo della vita; ovviamente và fatta una scelta qualitativa degli alimenti, orientata alle particolari esigenze del periodo, alcuni nutrienti particolari devono essere sempre presenti; molti cibi non vanno consumati, mentre altri vanno consumati con cautela e altri ancora vanno cotti in maniera particolare.



L'assunzione di calorie và sempre monitorata, anche se deve essere piu' alta rispetto alla dieta normale; una donna non incinta normopeso e con una normale attività fisica necessita di circa 2500 kcal al giorno. Nel primo trimestre di gravidanza le necessità caloriche salgono a 2650 (+150) e nel secondo e terzo trimestre a 2800 (+300).
L'incremento ponderale in un soggetto normopeso al concepimento, nei nove mesi di gestazione dovrebbe essere intorno ai 12 - 13 Kg; se si è invece sovrappeso (BMI > 25) dovrà essere contenuto tra 7 e 11 Kg; nelle donne sottopeso (BMI < 20) è auspicabile un incremento di 14 - 16 Kg.E' importante pesarsi sempre sulla stessa bilancia, alla stessa ora del giorno, preferibilmente al mattino, a digiuno, dopo aver vuotato la vescica.
Per stabilire a quale categoria si appartiene, si deve valutare il peso in funzione dell' altezza già prima del concepimento per calcolare l'indice di massa corporea (IMC) (massa corporea (Kg) / statura (m2)).Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità l'IMC, o indice di massa corporea, è raggruppabile in 4 categorie:
- sottopeso (IMC al di sotto di 19)
- medio (IMC compreso tra 19 e 24)
- sovrappeso (IMC compreso tra 25 e 30)
- obesità (IMC al di sopra di 30)
L'aumento di peso durante la gravidanza è un evento assolutamente fisiologico ed é buona regola monitorarlo costantemente.Se si notano grosse variazioni di peso in tempi brevi, é importantissimo rivolgersi al proprio medico. 
Sia un incremento eccessivo che una scarsa crescita del peso materno richiedono controlli medici adeguati. Un eccessivo aumento farebbe salire, per esempio, il rischio di feti macrosomici (di peso superiore ai 4kg) con possibili complicazioni al momento del parto. Una sovralimentazione durante la gravidanza affaticherebbe anche l'apparato digerente della gestante, con possibili ripercussioni sull'andamento metabolico del feto e del bambino (aumentato rischio di obesità infantile).
D'altro canto una ridotta crescita di peso potrebbe essere indice di scarsa nutrizione fetale o di una patologia in corso ed aumentare, di conseguenza, il rischio di parti prematuri e di ritardi nello sviluppo, con ripercussioni di vario genere durante le età successive. Il basso peso alla nascita si associa generalmente ad una più elevata mortalità fetale e perinatale, aumentando il rischio di malformazioni e di stati anemici per carenza di ferro, vitamina A o vitamina B12.

Come mangiare
Il modo corretto di alimentarsi in gravidanza è, come ovvio, soggettivo e dipende dalla condizione fisiologica e/o patologica specifica di ciascuna donna.E' bene fare pasti piccoli e frequenti, evitando lunghi periodi di digiuno durante la giornata (é sempre indicato consumare 5 pasti dei quali 2 corrispondono a piccoli spuntini durante il mattino ed il pomeriggio). Mangiare lentamente evitando così l'ingestione di aria che può dare senso di gonfiore addominale e distribuire i cibi più calorici al mattino ed a pranzo evitandoli possibilmente nei giorni nei quali la vostra attività è molto ridotta.
Anche se puo' sembrare scontato é importantissimo lavare le mani prima e dopo la preparazione del pasto e anche prima di mangiare, cosi come bisogna lavare accuratamente frutta e verdura, magari usando del bicarbonato che aiuta ad eliminare i resudui che si depositano sulla loro superficie.
Separare sempre i cibi crudi da quelli pronti e consumare carne e uova ben cotti;
preparare separatamente carne e verdure e fare attenzione ad una buona igiene della cucina,alla corretta temperatura d’immagazzinamento e alla data di conservazione dei prodotti




Cosa mangiare

Ecco qualche linea guida su quello che é consigliato e su cosa é invece sconsigliato nell'alimentazione in gravidanza.

SI:
Formaggi duri: parmigiano, asiago, emmenthal,pecorino, provolone, tome;
Formaggi morbidi: crescenza, feta (di latte pastorizzato), scamorza, caciotta, ricotta,
robiola, mozzarella (di latte pastorizzato), caprino, fiocchi di latte formaggini, formaggio spalmabile;
Il consumo di formaggi a pasta dura ed extradura derivati da latte crudo o pastorizzato non comporta alcun rischio (eliminare la crosta)

Latte: pastorizzato, UHT di mucca, capra e pecora.
Gelati: gelati confezionati, ghiaccioli, sorbetti che non contengono uova o latte.
Pesce: pesci ben cotti e ancora caldi, tonno (non più di 4 scatole a settimana), salmone affumicato, trota, sarde,scorfani.
Mangiare, per settimana, 1 – 2 porzioni di pesce preferibilmente ricco di grassi
(p.es. trote, sebasti o scorfani di Norvegia, coregoni,sardine, ippoglossi dell’Atlantico o tonno in scatola).
Frutta e verdura: di tutti i tipi, purchè sbucciata,sciacquata o raschiata, oppure disinfettata con apposite soluzioni.
Insalate: insalate fresche con ingredienti disinfettati,insalate confezionate e pronte
all’uso solo se rilavate accuratamente.
Carne:carni ben cotte, carni conservate cotte (ma in modesta quantità, per via di eccessiva presenza di sale), prosciutto cotto e mortadella, pollame e cacciagione ben cotti.
Uova: uova sode appena cucinate e bollenti; omelette ben cotte, uova strapazzate, in camicia
e fritte ben cotte, uova e albumi pastorizzati e liofilizzati.
Salse: maionese confezionata, salse a base di uova pastorizzate e liofilizzate.
Selvaggina: in salmì al massimo due volte a settimana in porzioni non superiori a 200 g

NO:

Formaggi a crosta bianca: brie, brie blu, camembert, taleggio (a meno che non facciano 
parte di piatti cotti e bollenti);
Formaggi ‘blu’: gorgonzola, roquefort (a  meno che non facciano parte di piatti cotti e bollenti);
Formaggi non pastorizzati: fontina;
Evitare formaggi a pasta molle o semidura derivati da latte crudo o pastorizzato,
Latte non pastorizzato: crudo, non trattato, di tutte le varietà.
Consumare solo latte o latticini (yogurt ecc.) pastorizzati, ad alta pastorizzazione o UHTGelati: gelati i sorbetti fatti in casa che contengono uova o latte, gelati artigianali (creme) che contengono uova, gelati frullati come quelli venduti nei chioschi ambulanti.
Pesce:pesce crudo o poco cotto, carpaccio,sushi e sashimi, squalo, pesce aguglia e pesce spada, pesce affumicato non cotto, integratori a base di olio di pesce, molluschi crudi, ostriche.
Frutta e verdura: non ben lavata.
Insalate: confezionate e pronte all’uso non rilavate accuratamente.
Carne: carne cruda o poco cotta, tartara,carpaccio, carni affumicate o conservate senza cottura, come pancetta, prosciutto crudo, salame, speck, bresaola.
Rosticceria: carni già cotte di rosticceria, carne fredda venduta nel banco rosticceria.
Uova crude: uova crude e cibi che ne contengono, come salse fatte in casa, bernese, maionese fresca, mousse o dolci senza cottura, uova a la coque e omelette poco cotte.
Dolci a base di uova: dolci con breve cottura come tiramisù, zabaione, creme brulee e meringhe
morbide.
Dolcificanti


Come regola generale, durante i primi tre mesi di gravidanza sarebbe inoltre il caso di astenersi dall’utilizzo delle erbe officinali, proprio come si fa con il caffè, che non fa male in senso assoluto, però ha la capacità di ridurre l’irrorazione placentare, e per questo il consumo va ridotto al massimo quando non del tutto annullato.
Controindicate in modo particolare sono le piante che ‘funzionano’ come immunostimolanti, e quindi oltre al caffè c’è la noce moscata, c’è l’esedra, e ce ne sono molte altre.

Agnocasto: potrebbe avere effetti androgenizzanti.
Artiglio del diavolo: può può creare problemi all’utero, con effetti sui muscoli interni.
Camomilla: il calmante più famoso che esista può stimolare l’utero a contrarsi.
Ginseng: può provocare scompensi a livello endocrino quando la donna è in stato interessante.
Iperico: come il ginseng, può essere responsabili di contrazioni anomale dell’utero.
Ortica: interviene sui muscoli uterini, stimolandoli.
Rosmarino: la sua capacità di attivare l’apparato gastrointestinale si rivela nociva durante la
gravidanza, perchè un eccessivo stimolo non è di giovamento nè alla madre nè al bambino.
Sedano: anche il sedano va a produrre contrazioni uterine ‘non richieste’.
Uva ursina:si comporta come vasocostrittore e in questa sede non è utile.
(fonte erboristeria)


Ancora qualche raccomandazione:
-Bere al massimo 2 – 3 tazze di caffè al giorno.
-Consumare con moderazione altre bevande contenenti caffeina (tè verde o tè nero)
-Se possibile non consumare bevande contenenti chinino (cloridrato di chinino)come acqua tonica, bitter lemon...
-Prudenza nel contatto con i gatti.
-Evita dolci e biscotti che innalzeranno i livelli di glucosio nel sangue e livelli troppo pericolosi.
-Cerca di ridurre al minimo i grassi , soprattutto quelli saturi.
-Inizia a togliere il grasso dalla carne , per condire usa l’olio a crudo e abituati a sgrassare il prosciutto.
-Elimina dalla dieta , tecniche di cottura troppo grasse come la frittura, sostituendola con alimenti cotti alla griglia.
-Scegli cibi ricchi di  fibre come pane integrale e cereali integrali, oppure piselli secchi, fagioli e legumi, in modo da impedire che dopo mangiato, si generino picchi di zucchero nel sangue, cosa che devi assolutamente evitare e per contrastare la stipsi.






martedì 14 agosto 2012

La valigia per il parto


Preparare in tempo la valigia per l'ospedale permette alle future mamme di arrivare all'appuntamento col parto senza l'ansia di dimenticare qualcosa di indispensabile da portare con sé ed evita ulteriore confusione in un momento già molto delicato.
In genere è l’ospedale a fornire un elenco di ciò che servirà a mamma e bebé durante la permanenza nella struttura (che in genere, in assenza di complicazioni, dura dai tre ai cinque giorni) e ogni clinica ha le sue indicazioni; é molto importante procurarsi questa lista in modo da evitare spese inutili e valige troppo ingombranti.
Di seguito troverete una lista indicativa di cio' che puo' servire alla mamma durante la degenza.

  •  3 camice da notte ( o pigiami aperti sul davanti)
  •  1 vestaglia
  •  1 paio di pantofole
  •  1 maglia larga per il parto
  •  3 paia di calzini
  •  slip usa e getta
  •  2 paia di slip comodi
  •  2 reggiseni per allattamento
  •  coppette assorbilatte
  •  assorbenti per il post-parto ( es.Tena Super )
  •  fascia addominale post-parto
  •  salviette disinfettanti per il seno (oppure cotone da usare inumidito per evitare di alterare il sapore del latte e renderlo sgradevole al bambino)
  •  Amuchina (serve per la detersione intima, specie se si hanno avuto dei punti: si diluisce nell'acqua)
  •  crema emolliente per i capezzoli (es. Purelan100 di Medela, olio Vea…)
  •  disinfettante per le mani
  •  copriwater usa e getta
Beauty:
  •  elastici-pinze per capelli
  •  spazzola
  •  phon (silenzioso se possibile)
  •  cuffietta per capelli
  •  dentifricio
  •  spazzolino
  •  saponetta o detergente viso
  •  docciaschiuma*
  •  shampoo*
  •  shampoo secco*
  •  crema viso*
  •  crema corpo
  •  sapone intimo
  •  3 asciugamani piccoli
  •  1 asciugamano grande
  •  deodorante
  •  burrocacao per le labbra
  •  make-up

*per risparmiare spazio si possono portare cosmetici doppio uso (es. shampoo/balsamo, crema viso giorno e notte), anche in in formato mono. Meglio non usare profumo; al suo posto si puo’ portare uno spray aromatico non alcolico.
Altro:
  •  ciabatte in gomma per la doccia
  •  1 rotolo di scottex o tovaglioli di carta
  •  1 cucchiaio/cucchiaino
  •  Ipod o lettore mp3
  •  Ipad o pc
  •  macchina fotografica/telecamera
  •  1 rivista o 1 libro
  •  cellulare
  •  caricabatteria per cellulare
  •  qualcosa da mangiare (biscotti, crackers, grissini, fette biscottate, succhi di frutta, barrette di cioccolata, dolci etc.)
  •  sacchetto per biancheria sporca
  •  documenti e la cartella con tutti gli esami fatti in gravidanza (ecografie,esami,test, carta d'identita', codice fiscale, cartellino medico,gruppo sanguigno, etc.)
  •  kit da sala parto per il papà ( nel caso di un cesareo, oppure portare degli snack, un cambio d’abiti se decide di restare la notte con voi in ospedale e qualcosa per trascorrere il tempo)
  •  il necessario per il rientro a casa

Cambi extra:
per non riempire esageratamente la valigia dell'ospedale, sistemate uno o due cambi completi e il necessario per il rientro, sia vostri che per il bebè, dentro una borsa da lasciare in casa in un posto facilmente raggiungibile o che avrete mostrato prima a chi dovrà prenderli, in modo che quando vi serviranno potranno trovarli e portarveli con facilità.

In piu':
Se non sei al tuo primo parto, ricorda di portare con te un regalino da far trovare al figlio maggiore quando verrà in visita dopo la nascita del fratellino o della sorellina.Porta anche  una sua foto o qualcosa fatta da lui da mettere sul comodino, perché capisca di essere sempre accanto a te.

Qui la versione stampabile:
















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